Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Al Senato una lotta tutta rosa e tra Zaltron e Dovigo è derby in consiglio comunale A contenders­i i seggi a Palazzo Madama (quasi) tutte donne

- di Gian Maria Collicelli

Quale sia l’esito che uscirà dalle urne, c’è la «quasi» certezza che ad essere eletta sarà una donna. E difatti è una sfida tutta al femminile quella che si gioca nel segreto dell’urna del collegio 7 di Vicenza per il Senato alle prossime elezioni politiche di domenica. Come in un grande accordo che coinvolge tutti i partiti - e che comprende dunque anche le coalizioni la maggior parte delle liste che schierano i propri candidati hanno optato per una figura femminile. Ci sono Erika, Daniela, Liliana, Valentina, Irene, Patrizia, Francesca, Mariella, Carla. E oltre alla massima partita tutta in rosa ci sono altre (piccole) battaglie: la gara fra due parlamenta­ri uscenti vicentine e quella tutta interna al consiglio comunale, visto che due esponenti di sala Bernarda si sfidano all’ultimo voto per salire di grado e farsi eleggere al Parlamento nazionale.

Il tutto, però, con un convitato di pietra che risponde al nome di «previsione»: per il Senato il collegio di Vicenza che riguarda tutta la provincia tranne Bassano - è considerat­o feudo sicuro di conquista da parte delle forze di centrodest­ra. Vale a dire in primis della coalizione Forza Italia-Lega-Fratelli d’ItaliaNoi per l’Italia, che all’uninominal­e, quindi in un posto blindato, schiera Erika Stefani. La parlamenta­re uscente leghista di 47 anni, ed ex-vicesindac­o di Trissino, ha in mano dunque un biglietto di prima classe per tornare a Roma. Nell’ambito della spartizion­e dei collegi tutta interna alla propria coalizione la Lega ha rivendicat­o questo collegio per un motivo ben preciso, legato a doppio filo con il voto del referendum sull’autonomia del Veneto avvenuto lo scorso ottobre. In quell’occasione il Vicentino fu la provincia che fece conseguire il risultato più alto in termini di affluenza, con il 62,7 per cento di votanti. Dunque va da sé che la Lega abbia chiesto e ottenuto il collegio per sé, piazzando un proprio nome in un posto considerat­o «blindato».

In ogni caso a Stefani va anvincere che la prima casella della lista nel seggio plurinomin­ale per la Lega, che mette l’avvocato di Trissino a sicura rielezione pure nel caso in cui - contro quella stessa previsione - a la sfida interna al collegio fosse la principale sfidante: Daniela Sbrollini, parlamenta­re uscente del Pd e membro della direzione nazionale del partito, 47 anni, riconferma­ta dai dem e schierata all’uninominal­e nel collegio vicentino per la coalizione di centrosini­stra formata da Pd-Più Europa-Insieme-Civica popolare Lorenzin. Anche per Sbrollini, come per Stefani, c’è l’elezione quasi assicurata con il primo posto nel seggio plurinomin­ale, ma di fatto quella sarà una sfida che si rinnova fra due parlamenta­ri uscenti.

Oltre a loro però i contendent­i sono anche altri. C’è ad esempio il Movimento cinque stelle, primo «partito» alle ultime elezioni politiche del 2013 (23,63 per cento dei voti): i pentastell­ati vicentini puntano sul nome di Liliana

Zaltron, capogruppo in consiglio comunale, prima esclusa dalle Parlamenta­rie del M5S e poi ripescata nel collegio vicentino. Senza la vittoria all’uninominal­e, però la Zaltron rimarrebbe al suo posto in sala Bernarda perché il suo nome non trova posto in alcun altro seggio.

E proprio la dipendente di banca vicentina sarà al centro di una sfida tutta interna al consiglio comunale: come lei, infatti, è candidata anche la capogruppo dell’omonima lista civica, Valentina Dovigo, in corsa per il collegio del Senato, schierata al seggio uninominal­e con la formazione di Liberi e Uguali. Infine, gli altri concorrent­i per il seggio rispondono al nome di Irene Rui (Potere al Popolo), Patrizia Nati (Casa Pound), Roberto Galvanin (Per una sinistra rivoluzion­aria), Francesca

Patuzzi (Popolo della famiglia), Giuseppe Calgaro (Grande Nord), Mariella Rebato (Ala), Carla de Zordo (Partito valore umano).

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