Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Liberi e Uguali: «Pfas, lo Spisal ha sottovalutato la pericolosità»
ARZIGNANO
«Pfas nel sangue, la commissione parlamentare d’inchiesta sembra ipotizzare una corresponsabilità dello Spisal di Arzignano». L’accusa all’ufficio dell’igiene sul lavoro dell’ex Usl 5 dell’Ovest Vicentino viene dai candidati veneti di Liberi e Uguali: Francesco Miazzi, Vincenzo Cordiano e Simone Pernechele. I candidati citano la relazione della commissione che evidenzia che «dalla documentazione rinvenuta era emerso che gli operai hanno valori di Pfoa nel siero «a livelli stellari», pari a 90mila nanogrammi per litro, «i più alti del mondo», come rilevati dallo stesso professor Giovanni Costa di Milano, medico storico della società Miteni». In un altro passaggio i parlamentari rilevano che «tali dati erano stati trasmessi da Miteni allo Spisal, tuttavia il professor Costa aveva circoscritto il problema e lo Spisal di Arzignano ne aveva avallato la teoria sulla mancanza di pericolosità». I candidati di LeU quindi concludono che «alcuni responsabili della salute pubblica e amministratori, avendo omesso i controlli, potrebbero aver favorito il disastro ambientale veneto da Pfas». Nessuna replica sul tema da parte dell’azienda sanitaria (ora confluita nell’Usl 8). Invece, respinge le accuse al mittente la Miteni di Trissino: «I Pfas sono stati considerati innocui fino a qualche anno fa. La ricerca del professor Costa ha documentato quello che viene correttamente scritto nella relazione come effetti documentati: un lieve innalzamento del colesterolo che richiede approfondimenti».