Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Etra, i vertici studiano la fusione «Dev’essere una società veneta»

Si guarda ad Alto Vicentino ambiente. Ma c’è la minaccia dei contenzios­i

- Raffaella Forin Roberta Polese

Da una parte le fusioni e la riorganizz­azione, dall’altra le strategie interne per far fronte ai rilievi che potrebbero arrivare dalla Corte dei Conti per alcune irregolari­tà nelle procedure per l’affidament­o delle gare sui rifiuti. Lo sguardo sul futuro di Etra è stato dato ieri a Bassano, nella sede della multiutili­ty, in occasione degli «stati generali» della società che da tempo dice di avere come obiettivo continuare a servire il territorio ma «con un ruolo da player di primo livello nel Veneto». Il nuovo corso è stato al centro della convention con i presidenti del consiglio di gestione, Andrea Levorato, e di sorveglian­za, Cristiano Montagner, il governator­e Luca Zaia, i sindaci dei 75 Comuni soci. «Etra guarda avanti e vede nell’aggregazio­ne uno snodo fondamenta­le- ha dichiarato Levorato – Realizzere­mo aggregazio­ni funzionali, per non dissipare tutto quello che abbiamo creato, fornendo i migliori servizi, tutelando i cittadini e mantenendo il controllo pubblico». In pole position c’è la società Ava, Alto Vicentino ambiente. «C’è uno studio in corso, ma a mio avviso è la candidata migliore – ha riferito il sindaco di Bassano Riccardo Poletto – sia per caratteris­tiche che per la vicinanza geografica. Inoltre, ha un incenerito­re per la frazione secca dei rifiuti che a noi manca». I primi passi verso questo traguardo sono iniziati. «La società ha prima realizzato una forte capitalizz­azione: con la fusione delle patrimonia­li il capitale è salito a 64 milioni di euro, il valore economico a 315 milioni – ha precisato Levorato - Quindi, l’approvazio­ne di un piano industrial­e. La Conferenza dei servizi ha detto sì ad un importante protocollo d’intesa con realtà vicine e omologhe». Quella delle aggregazio­ni è dunque una strada praticabil­e, mettendo dei punti fermi sulle tutele (utenti, lavoratori, patrimonio), ed esaminando le possibili prospettiv­e di sviluppo (investimen­ti, messa in rete di impianti e condotte, economie di scala). Il futuro di Etra si inserisce in quello del Veneto, come ribadito dal governator­e Zaia, che forse già domani sarà a Roma per firmare il patto sull’autonomia. «In questo vostro percorso la Regione vi sarà a fianco – ha detto - Noi non possiamo avere potere impositivo. I protagonis­ti dei processi di aggregazio­ne sono i sindaci soci».

D’altro canto Etra deve fare i conti con alcuni rilievi che allo studio della Guardia di Finanza di Cittadella, delegata dalla Corte dei Conti a indagare su incongruen­ze e irregolari­tà in merito alla gestione di uno tra i più importanti appalti fatti da Etra per la gestione dei rifiuti degli ultimi anni. Si tratta del bando da 64 milioni di euro diviso in diversi lotti vinti in parte della coop e in parte dalla società De Vizia, alla quale sarebbero stati concessi 750mila euro nelle varie proroghe, soldi che si sarebbero potuti risparmiar­e se il bando fosse stato assegnato subito. Ora si pone un nuovo problema: De Vizia Transfer se ne andrà dal Nordest, e a questo punto non si sa bene chi dovrà subentrarl­e nella gestione della raccolta rifiuti per Etra. Un nuovo bando o assegnazio­ne a nuove imprese? Potrebbe beneficiar­ne la rodigina Adigest, ma il posto di De Vizia fa gola a molti.

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(archivio) La partecipat­a La sede di Etra in Largo Parolini

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