Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rapina al bar San Marco, identificati i due banditi traditi dal tatuaggio Denunciati un senza fissa dimora e un bassanese, entrambi pregiudicati
Le indagini I poliziotti del commissariato hanno visionato i filmati delle telecamere della zona
A permettere agli agenti di imboccare la pista giusta è stato un tatuaggio: una «M» disegnata con la china sul collo di uno dei due assalitori del bar San Marco di via Marinoni.
Il colpo nel locale, che si trova nell’omonimo quartiere, è andato a segno la sera del 29 maggio scorso. Una rapina particolarmente violenta che aveva scosso l’intera città. I banditi dopo aver minacciato i gestori del locale con una pistola non avevano infatti esitato a legare e rinchiudere le vittime dentro uno stanzino, riuscendo così a guadagnare la fuga indisturbati.
Se a mettere i poliziotti sulla giusta strada è stato il tatuaggio ad incastrare i due rapinatori sono state invece le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza del locale e gli occhi elettronici di altre strutture della zona. Filmati che hanno permesso di identificare la coppia di 43 e 46 anni, il primo senza fissa dimora, il secondo residente in città. I due vengono descritti dai poliziotti come soggetti estremamente pericolosi, con diversi precedenti in materia. In questo caso non dovranno rispondere solo di rapina ma anche di sequestro di persona reati per i quali sono stati denunciati. La coppia, armata di pistola, era entrata nel locale attorno alle 20,30. Avevano legato i titolari, marito e moglie di origine cinese, per poi rinchiuderli nello sgabuzzino. In una manciata di minuti erano riusciti a mettersi in fuga con il registratore di cassa, abbandonato poco distante una volta svuotato dei 700 euro che si trovavano all’interno.
I filmati hanno anche testimento moniato che i due autori del colpo si sono subito divisi. Uno ha simulato degli esercizi ginnici per lanciare in un cassonetto giacca e sciarpa usati nel colpo, sperando in questo modo di passare inosservato. Un comporta- che non è invece bastato per sfuggire all’occhio attento degli uomini del commissariato che, coordinati dal dirigente David De Leo, hanno passato al setaccio ore di filmati.
«L’attività di pg è stata articolata e complessa – ha spiegato il dirigente del Commissariato, De Leo - abbiamo scandagliato tutte le immagini delle telecamere pubbliche e private prima di fare i raffronti necessari. Sono tutti e due soggetti violenti che sono stati segnalati perché secondo noi avevano in serbo anche altri colpi ai danni di esercizi commerciali della zona. In un caso a farli desistere è stato l’elevato numero di avventori. Erano pericolosi perché spesso si muovevano con questa pistola, che si è rivelata giocattolo ma che era identica in tutto e per tutto ad una Beretta 92». L’arma priva del tappo rosso è stata trovata sotto il cuscino in casa del 46enne.