Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rapina al bar San Marco, identifica­ti i due banditi traditi dal tatuaggio Denunciati un senza fissa dimora e un bassanese, entrambi pregiudica­ti

- Andrea Zambenedet­ti

Le indagini I poliziotti del commissari­ato hanno visionato i filmati delle telecamere della zona

A permettere agli agenti di imboccare la pista giusta è stato un tatuaggio: una «M» disegnata con la china sul collo di uno dei due assalitori del bar San Marco di via Marinoni.

Il colpo nel locale, che si trova nell’omonimo quartiere, è andato a segno la sera del 29 maggio scorso. Una rapina particolar­mente violenta che aveva scosso l’intera città. I banditi dopo aver minacciato i gestori del locale con una pistola non avevano infatti esitato a legare e rinchiuder­e le vittime dentro uno stanzino, riuscendo così a guadagnare la fuga indisturba­ti.

Se a mettere i poliziotti sulla giusta strada è stato il tatuaggio ad incastrare i due rapinatori sono state invece le immagini registrate dalle telecamere di videosorve­glianza del locale e gli occhi elettronic­i di altre strutture della zona. Filmati che hanno permesso di identifica­re la coppia di 43 e 46 anni, il primo senza fissa dimora, il secondo residente in città. I due vengono descritti dai poliziotti come soggetti estremamen­te pericolosi, con diversi precedenti in materia. In questo caso non dovranno rispondere solo di rapina ma anche di sequestro di persona reati per i quali sono stati denunciati. La coppia, armata di pistola, era entrata nel locale attorno alle 20,30. Avevano legato i titolari, marito e moglie di origine cinese, per poi rinchiuder­li nello sgabuzzino. In una manciata di minuti erano riusciti a mettersi in fuga con il registrato­re di cassa, abbandonat­o poco distante una volta svuotato dei 700 euro che si trovavano all’interno.

I filmati hanno anche testimento moniato che i due autori del colpo si sono subito divisi. Uno ha simulato degli esercizi ginnici per lanciare in un cassonetto giacca e sciarpa usati nel colpo, sperando in questo modo di passare inosservat­o. Un comporta- che non è invece bastato per sfuggire all’occhio attento degli uomini del commissari­ato che, coordinati dal dirigente David De Leo, hanno passato al setaccio ore di filmati.

«L’attività di pg è stata articolata e complessa – ha spiegato il dirigente del Commissari­ato, De Leo - abbiamo scandaglia­to tutte le immagini delle telecamere pubbliche e private prima di fare i raffronti necessari. Sono tutti e due soggetti violenti che sono stati segnalati perché secondo noi avevano in serbo anche altri colpi ai danni di esercizi commercial­i della zona. In un caso a farli desistere è stato l’elevato numero di avventori. Erano pericolosi perché spesso si muovevano con questa pistola, che si è rivelata giocattolo ma che era identica in tutto e per tutto ad una Beretta 92». L’arma priva del tappo rosso è stata trovata sotto il cuscino in casa del 46enne.

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