Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cani in pediatria per far giocare i bimbi
Carezze e crocchette: inizia la Pet Therapy con quattro labrador al San Bortolo
I bimbi ridono, nascondono VICENZA le crocchette, provano, pettinano gli animali. Il debutto della Pet Therapy nel reparto di Pediatria sembra essere un successo: ogni weekend quattro Labrador entrano in reparto, nella loro stanza apposita. Lì, per qualche ora giocano con i piccoli pazienti che riescono a dimenticare la loro malattia. E gli animali, proprio come i medici, fanno anche il giro delle camere, facendosi coccolare da tutti.
Giovanni ha quattro VICENZA anni e una crocchetta in mano. La nasconde dietro una sedia ritenendola un nascondiglio perfetto.
Un sorriso gli attraversa il volto, da un orecchio all’altro, mentre nella sua stanza d’ospedale entra a passi lenti un cane labrador: il pelo nocciola, gli occhioni liquidi, il naso scuro che si muove a fiutare. Quando trova la crocchetta il bimbo lo abbraccia, è un tripudio di risa. Il cane è paziente e addestrato, è uno di quelli dell’associazione Angel Dog. E la malattia, per un momento, è dimenticata. La Pet Therapy da qualche settimana è entrata ufficialmente nella corsia del reparto Pediatria dell’ospedale San Bortolo di Vicenza: «L’associazione Angel Dog viene con i cani tutte le domeniche, girano per le stanze. E i bambini sono entusiasti» spiega il primario Massimo Bellettato.
In reparto attualmente i bimbi ricoverati sono una ventina, di cui circa tre quarti fra i due e i quattordici anni. Cioè la fascia d’età «giusta» per la Pet Therapy.
Il progetto con l’associazione vicentina Angel Dog è iniziato a fine gennaio. L’attività in corsia si aggiunge a quella che, limitatamente al day hospital, viene già svolta al San Bortolo al venerdì da un analogo altro gruppo di educatori specializzati in Pet Therapy provenienti dall’Alto Vicentino. La domenica gli educatori di Angel Dog portano gli animali – quattro, labrador retriever e golden retriever, addestrati alla pazienza e agli approcci a volte un po’ bruschi dei bambini – in una stanza appositamente predisposta, leggermente staccata dalla corsia vera e propria. «Lì avviene il primo contatto. I bambini che lo desiderano vanno nella stanza e, con i volontari vicino, pettinano i cani, li coccolano, li portano in giro con il guinzaglio, ci giocano» spiega Bellettato.
Dopodichè gli animali, proprio come i medici curanti quotidianamente, fanno il giro del reparto: «Entrano nelle stanze dei bimbi i cui genitori accordano il consenso» continua il primario.
Gli animali sono curati e puliti, ovviamente, e c’è sempre una verifica preliminare che non ci siano allergie o altri impedimenti. Una volta dentro, anche il bimbo forzatamente a letto può accarezzare il cane, o se riesce ad alzarsi può accompagnarlo in giro con il guinzaglio. Gli educatori insegnano ai piccoli il modo giusto per toccare il cane. Il risultato è garantito: «I bambini ricoverati ne hanno un grande effetto rilassante, positivo – osserva il medico – questa terapia è una modalità che consente di normalizzare l’ambiente ospedaliero. La condivisione di giochi e carezze fra bambini e animali rompe la barriera dell’isolamento in ospedale».
Il progetto, iniziato con successo a fine gennaio, procede anche se, purtroppo, nel reparto del San Bortolo è mancata una figura importante impegnata proprio in questo. «Quello con Angel Dog è un programma a cui lavoravamo da tempo. Siamo riusciti ad attuarlo anche grazie all’impegno di un’infermiera specializzata, Erika Brazzale, che con nostro grande dolore è mancata a febbraio» conclude il primario.