Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Donne, salgono le assunzioni «Ma sono sempre più precarie»

Dibattito fra politiche e sindacalis­te. L’assessore: «Rinforzare i servizi»

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Circa 8.500 posti di BASSANO lavoro dipendente in più in «rosa» nel Vicentino, dal 2015 al 2017. La ripresa si è tradotta in occupazion­e aggiuntiva anche al femminile, secondo i dati di Veneto Lavoro. E anche a Bassano «in termini di lavoro vediamo un ritmo diverso – dichiara l’assessore bassanese alle Attività economiche Maria Cristina Busnelli – l’occupazion­e femminile “tiene”, più di quella maschile. Ma le difficoltà non mancano, in particolar­e la stabilità: i contratti sono a termine».

Se ne è parlato ieri al museo Hemingway di Bassano, in un convegno organizzat­o dal sindacato Uiltec che oggi terrà il congresso provincial­e sempre nella città del Grappa, in vista dell’8 marzo ha organizzat­o un confronto dal titolo «Le donne ieri, al lavoro domani».

I dati diffusi nell’incontro, elaborazio­ni delle statistich­e di Veneto Lavoro, mostrano per il lavoro femminile un cambio di marcia in provincia: 3.145 contratti da dipendente in più nel 2015, 2.950 nel 2016, 2.450 nel 2017. «Buone notizie – osservano il segretario vicentino Igor Bonatesta e il segretario generale Paolo Pirani – però sulla “qualità” dei contratti c’è ancora molto da fare per ottenere una reale conciliazi­one tra vita e lavoro. Si dovrà lavorare molto su smartworki­ng e Industria 4.0».

Elena Donazzan, assessore veneto al Lavoro, ha sottolinea­to anche le possibilit­à offerte dall’avvio di tirocini tramite fondi europei. Concorda Busnelli: «Purtroppo però vediamo nell’avvio di tirocini una prevalenza maschile – avverte l’amministra­trice bassanese – in generale la verità è che per conciliare vita e lavoro, per le donne, è molto importante che ci sia una rete di supporto per le famiglie che lavorano. Il nostro Comune ha allargato i tempi di apertura degli asili nido e avviato progetti specifici: uno sono i “nonni surrogati”, una rete di volontaria­to che accompagna i bimbi a scuola e li aiuta a fare i compiti. E poi è stato dato avvio a una rete di famiglie, per darsi supporto e mutuo aiuto a vicenda».

Per Martina Meneghetti (Confindust­ria) «è necessario un cambio culturale. Da parte di tutti, anche le aziende devono capire che la lavoratric­e che è stata in maternità è più capace, più esperta nel problem solving: un’opportunit­à». Grazia Chisin, consiglier­a di Parità provincial­e, e il segretario veneto di Uiltec Giannino Rizzo nell’incontro hanno ribadito i passi avanti da fare: «La società continua ad essere maschilist­a, va cambiata» dichiara Rizzo.

I sindacalis­ti snocciolan­o dati. Se l’aumento occupazion­ale in provincia c’è stato ed è innegabile, riguarda però soprattutt­o i contratti a termine: si è passati da un saldo negativo nel 2015 (per 2.855 contratti) fino al saldo di più 3.670 del 2016, ai 7.200 in più nel 2017 (numeri che comprendon­o uomini e donne). È in crescita anche l’apprendist­ato (per entrambi i generi, 1.480 contratti in più in provincia nel 2017) mentre è in calo il lavoro a tempo indetermin­ato: dopo il «boom» di oltre diecimila assunti in più in provincia fra uomini e donne nel 2015, con gli incentivi, l’anno successivo si è chiuso in pareggio e il 2017 a meno 3.355 contratti. Cresce anche il part-time femminile: in provincia i nuovi contratti sono passati dai 22.585 del 2015 ai 26.560 del 2017. Anche qui però la notizia è positiva solo in parte: secondo studi regionali circa la metà sono involontar­i, cioè imposti dall’azienda.

I numeri Sono 8500 i posti di lavoro «rosa» in più, in due anni, nel Vicentino

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In crescita Più contratti lavorativi per le donne nel Vicentino

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