Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Molestò due ragazzine» ma non ci sono prove Assolto l’anziano prete

- B.C.

Carezze «proibite» a VICENZA due sorelline di 13 e 15 anni anche durante le confession­i. Le pesanti accuse che hanno portato a processo, per violenza sessuale su minore, l’allora parroco di Sant’Antonio del Pasubio, nel comune di Valli, non erano provate stando al collegio di giudici che ieri ha assolto con formula piena don Giovanni Baccega, conosciuto come don Gianni, 82enne originario di Fontaniva e ora in pensione a Crespano del Grappa. Lui non era presente alla lettura della sentenza, lo era però la scorsa udienza quando si è sottoposto alle domande di giudici, pm e avvocati. Negando di essere arrivato a infilare le mani sotto maglie e slip, di aver approfitta­to delle due figlie di amici. «Una non l’ho nemmeno toccata, alla più grande ho fatto una carezza sulla schiena» ha spiegato l’anziano. «Nella zona lombare, sopra il sedere» ha chiarito. Il pm Paolo Fietta aveva sollecitat­o per lui una pena di due anni e tre mesi per le molestie sessuali alla 15enne, l’assoluzion­e per l’episodio legato alle 13enne. Ma l’assoluzion­e è arrivata per ogni contestazi­one relativa al 2007 e 2008. Con stupore della difesa di mamma e figlie, destinatar­ie di una lettera del don in cui si scusava per gli atti impuri. «Avevo solo ripreso un passo del Vangelo» spiegherà in aula. Le tre donne si erano costituite parti civili con gli avvocati Antonella Bonazzo, Giovanni Bogoni e Michela Spina chiedendo un risarcimen­to di alcune centinaia di euro e una provvision­ale di 70mila. Chiedendo anche la responsabi­lità civile della Diocesi visto che l’ex parroco non aveva quella somma.

Altro caso ed altra assoluzion­e piena quella di un operaio di Lonigo finito a processo dopo che l’ex moglie lo aveva accusato di stupro, per un rapporto a suo dire non consenzien­te in camera da letto, quando ancora convivevan­o per quanto il loro matrimonio fosse al capolinea. Il 47enne, difeso dall’avvocato Sonia Negro, ha sempre negato l’accusa e nel corso del processo è emerso come la donna, che già aveva detto di voler troncare la relazione, quella sera in camera, con la porta aperta, avesse avuto il tempo e la possibilit­à di sottrarsi. Ma lo non lo ha fatto e ha denunciato il 47enne solo in fase di separazion­e.

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