Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Legge sulle cave l’assessore: «Più limiti»
Una legge, anche se VENEZIA perfettibile, è sempre meglio di nessuna legge. Così la maggioranza di centrodestra ieri in consiglio regionale ha iniziato a votare la nuova legge sulle cave, provvedimento quadro atteso da 36 anni a cui presto («Subito» precisa il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti) seguirà il nuovo Piano di settore, che poi è l’atto che davvero incide sull’attività sul territorio, andando ad indicare dove, come e soprattutto quanto si potrà scavare negli anni a venire. L’opposizione, capeggiata dal consigliere dem Andrea Zanoni, ha presentato oltre cento emendamenti, in larga parte orientati ad anticipare già nella legge le misure contenute nel futuro piano (come lo stop all’apertura di nuove cave, che secondo il forzista Massimo Giorgetti non può essere inserito tra le norme perché a rischio impugnazione, dal momento che «sarebbe illegittimo perché in contrasto col principio di libera impresa»). La maggioranza ha accolto qualche piccolo ritocco, come l’esplicitazione dell’obiettivo «consumo di suolo zero entro il 2050» chiesto dall’Ue tra i principi generali o il riconoscimento di un ruolo più incisivo della commissione consiliare, non le richieste di modifica sostanziali, come l’aumento delle sanzioni (ritenute congrue dal relatore leghista Francesco Calzavara) o lo stop alle escavazioni sotto falda, consentite in deroga ad una legge di divieto datata 1982 («Saranno possibili fino a che non saranno scadute le relative concessioni» dice la capogruppo della lista Zaia Silvia Rizzotto). L’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin replica poi alle accuse lanciate dal Pd di voler riaprire le cave sui Colli Euganei: «Non riapriamo nulla semplicemente perché le cave sono già attive e vi si scava a cielo aperto sulla base di un piano approvato dall’Ente Parco. Noi, semmai, introduciamo un regime più restrittivo, consentendo la coltivazione della trachite, un materiale che a quel che mi dicono in Italia si trova soltanto sotto i Colli Euganei, all’interno di tunnel sotterranei che non vanno a modificare il profilo delle colline». L’altra novità di rilievo riguarda l’iter autorizzatorio, che sarà posto integralmente a capo di una commissione regionale ma potrà essere delegato alle Province (come da richiesta di Bottacin) nel caso in cui queste chiedano, e dimostrino, di potersene fare carico, superando le difficoltà sorte con la legge Delrio. Il dem Zanoni insiste invece sui controlli: «Se non saranno potenziati in modo adeguato corriamo il rischio che una legge nel complesso soddisfacente poi non venga applicata compiutamente nella vita di tutti i giorni, proprio perché mancano i necessari controlli». La votazione finale sul testo è attesa per oggi.