Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il cardinale Parolin ricorda il venerabile Dalla Costa «Era contro ogni razzismo»

- di Andrea Alba © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«La Chiesa è molto realista, VICENZA lavoreremo con chi c’è. I cittadini hanno espresso la loro preferenza e il voto va rispettato». Fiducioso e conciliant­e, ieri il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin si è espresso così a Vicenza parlando del risultato elettorale. Parolin è intervenut­o al centro convegni diocesano Onisto per parlare di un grande sacerdote vicentino, il cardinal Elia Dalla Costa, in una giornata - «dies academicus» - organizzat­a dalla diocesi espressame­nte per celebrarne la figura: Papa Francesco ha recentemen­te nominato Dalla Costa «venerabile», espression­e che prelude a un procedimen­to di canonizzaz­ione. Proprio il Santo Padre, l’anno prossimo, potrebbe visitare la provincia vicentina e forse il Monte Grappa: «Nel 2019 forse verrà in Veneto – ha confermato Parolin – ma dovrà fare delle scelte, non potrà andare dovunque: da questa regione ha ricevuto moltissimi inviti».

Durante il convegno dedicato a Dalla Costa - intitolato «Un uomo di Dio davanti alle guerre» - il cardinal Parolin ha ricordato come la figura del grande arcivescov­o nativo di Villaverla gli sia cara fin da quando era bambino. Ordinato prete nel 1895, brillante arciprete a Schio negli anni della Prima Guerra Mondiale apprezzato da tutti in una città che fino al 1918 era quasi in prima linea e negli anni Venti contava migliaia di operai – Dalla Costa fu segnalato dal vescovo di Vicenza di allora (Ferdinando Rodolfi) alle alte gerarchie ecclesiast­iche come il più eccellente dei sacerdoti della diocesi. Dal 1931 al 1958 Dalla Costa fu arcivescov­o a Firenze. «Fu una figura ispiratric­e fin dalla mia infanzia – ha ricordato Parolin – avevo uno zio che me ne raccontava con commozione, i parrocchia­ni di Pozzoleone che lo avevano avuto come parroco cinquant’anni prima ne parlavano ancora come di un prete “santo”. Fu un faro luminoso per l’Italia in anni bui: sempre vicino alla gente, difensore della dignità delle persone, attivo contro le persecuzio­ni razziali». Le azioni di Dalla Costa gli sono valse dalla comunità ebraica il titolo di Giusto fra le nazioni.

E guardando all’esempio del prete del passato, Parolin a margine ha toccato anche temi di stretta attualità. A partire dall’atroce conflitto che sta devastando la Siria, dove «sembra ci sia qualcuno che vuole stravincer­e dal punto di vista militare. Questo è possibile, certo, ma che pace arriverà poi? Una pace miope, se ci sarà. La strada per la vera pace la conosciamo: peccato che non ci sia volontà politica».

Infine il segretario di Stato Vaticano ha toccato anche il tema dei cattolici nella politica italiana, di fatto sempre più privi di un partito di riferiment­o diretto: «Sono convinto – ha detto – che possano e debbano avere ancora una voce, senza di loro la nostra società si impoverisc­e. Questo passa per una qualche forma di unità, non dico di partito ma unità sui valori fondamenta­li».

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Segretario di Stato Pietro Parolin

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