Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Presero in ostaggio gli operatori, revocata l’accoglienza ai profughi
La prefettura di Venezia ha revocato VENEZIA l’accoglienza a dodici profughi del centro di Cona, nel Veneziano. Nei giorni scorsi avevano dato vita a una protesta prendendo in ostaggio alcuni operatori della cooperativa.
Si sono presentati in una sessantina tra poliziotti e carabinieri e, in mattinata, hanno trasferito 24 richiedenti asilo dal centro d’accoglienza di Cona, nel Veneziano. Ma solo per la metà di loro è arrivata una nuova sistemazione in appartamenti o altri centri di piccole dimensioni, agli altri dodici è stata revocata l’accoglienza per ragioni di ordine pubblico.
Quindici giorni fa, nel pieno di una campagna elettorale a dir poco infuocata sui temi dell’immigrazione, era infatti scoppiata una protesta nel campo e i dodici, arrivati in Italia dalla Nigeria e trasferiti da poco a Cona, avevano alzato i toni al punto che sembrava necessario un intervento della Questura a riportare ordine all’interno delle tensostrutture. I richiedenti asilo, che protestavano contro le condizioni dell’accoglienza, per ottenere risposte avrebbero bloccato alcuni operatori della cooperativa Edeco, gestore del servizio d’ospitalità. Il personale sarebbe stato trattenuto «in ostaggio» e solo la mediazione della Prefettura avrebbe riportato la calma all’ex base missilistica.
Dell’episodio nessuno ne ha parlato: erano i giorni clou della campagna elettorale e, probabilmente, è stato scelto di non dare troppa pubblicità a una protesta rientrata nell’arco di una giornata e che avrebbe infuocato i toni del dibattito politico.
Nei confronti dei dodici nigeriani sono scattate denunce per violenza aggravata, un’incriminazione penale che giustifica la revoca della protezione umanitaria. Ed è quanto successo ieri alla presenza di un numero elevato di agenti arrivati per evitare che ci fossero nuovi problemi di ordine pubblico.
La revoca dell’accoglienza prevede che i dodici siano allontanati dal centro d’accoglienza e che le loro pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato siano bloccate. È già successo in autunno, all’epoca della prima marcia per la dignità di 300 richiedenti asilo usciti dall’hub di Cona. A fine novembre, i profughi che stavano manifestando sono stati distribuiti in altre strutture, in particolare in quattordici sono stati portati alla Croce rossa di Jesolo ma lì non sono voluti entrare e dopo tre giorni all’addiaccio hanno perso il diritto all’ospitalità.
Per i dodici nigeriani la situazione è più complicata: ora dovranno affrontare un processo.