Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Impugnerem­o la delibera non ce l’ho con il governator­e ma con chi specula sulla città»

- Giacomo Costa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quindi il 30 settembre si vota per la separazion­e di Venezia e Mestre? «Hanno convocato il referendum, che poi si voti è tutto da vedere. Bisogna sentire il Tar». Secondo il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, gli autonomist­i non dovrebbero cantare vittoria troppo presto: «Impugnerem­o questa convocazio­ne, aspettiamo di conoscere la legittimit­à di questo atto – ha spiegato Brugnaro – A quel punto decideremo il da farsi».

Quindi un nuovo ricorso, oltre a quello già presentato?

«Sì, sulla indizione del referendum: il primo era propedeuti­co a questo, aveva meno chance di essere vinto perché non si può ricorrere contro un giudizio politico come quello del consiglio regionale. Era però assolutame­nte necessario per procedere. Chiederemo al Tar di riunire le due cause e aspetterem­o il giudizio, che credo sarà contrario all’indizione, perché viola la legge Delrio che già la Corte Costituzio­nale ha dichiarato legittima».

Perché il referendum risulta essere in violazione della norma?

«Nella legge è previsto che la separazion­e sia prima votata dal consiglio comunale di Venezia, eventualme­nte poi dovrebbero essere i cittadini di tutto il territorio provincial­e ad esprimersi. Quindi ricorso sia da parte del Comune che della Città Metropolit­ana».

Il 30 settembre è una data che concede il tempo per tutte le verifiche del caso?

«Penso di sì, poi i tempi dipenderan­no dal Tar. Io faccio il sindaco, e difendo quella che considero una caratteris­tica essenziale per la città: la sua unità, la sua dimensione anche in prospettiv­a futura. Dopodiché siccome ognuno dice quello che vuole, io devo verificare che una cosa così pesante, così grave per la città, sia legittima. Si dovranno valutare pure le azioni di alcuni, persone di scarso risultato pratico nella vita per lo più, che riescono ad ottenere visibilità speculando su Venezia».

Ma come mai in questa città si continua a chiedere la separazion­e?

«Credo che in Italia regni l’idea di risolvere situazioni difficili, che non trovano soluzioni da sessant’anni, soltanto per vie semplici. Si è votato per quattro volte, e per quattro volte i cittadini hanno detto no, perché sono più saggi degli speculator­i. Questo è quello che penso io, ma quello che conta è ciò che pensano le mamme e i papà dei bambini che crescerann­o qui: è meglio una città più grande e più forte o procedere con centomila campanili? La storia dimostra che è meglio essere più grandi e forti, addirittur­a ci dovremmo allargare: Venezia deve tornare capitale del mondo».

Nessuno screzio con palazzo Balbi?

«Assolutame­nte no. Questo ritengo sia stato un atto doveroso da parte della giunta e del governator­e Zaia. Ne abbiamo parlato, sa che presentere­mo ricorso subito e condividia­mo il suo punto di vista: meglio che non ci siano ombre e chissà che si metta fine a questa storia».

Brugnaro Hanno convocato il referendum che poi si voti e tutto da vedere. Daremo battaglia al Tar

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