Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
All’improvviso la Lega si scopre neutrale
Più che la data VENEZIA del referendum, la sorpresa arrivata ieri dalla giunta regionale è la Lega che non darà indicazioni di voto. «Non faccio campagna né per il sì, né per il no», ha tagliato corto Zaia. Una linea decisa da tempo, già lunedì il neodeputato Alex Bazzaro aveva annunciato: «A noi basta che la popolazione si possa esprimere. Non daremo indicazioni come partito». La Lega che nel 2003 si schierò netta per la separazione di Venezia e Mestre oggi si scopre neutrale. Allora il sindaco era Paolo Costa (centrosinistra), Forza Italia era divisa sulla separazione, An era favorevole. Insomma il centrodestra non era appassionatamente unionista. Oggi Venezia si è scoperta di centrodestra: nel 2015 ha votato Brugnaro e alle politiche del 4 marzo ha incoronato la Lega con un 23% e il centrodestra col 31% lasciando il Pd al 21%. E il centrodestra trova meno interessante l’idea di dividere in due il capoluogo che governa per la prima volta come Venezia e, in tandem grazie alla legge Delrio, come Città Metropolitana. «Non potendo avere il giocattolo, chi perde le elezioni a Venezia lo vuole rompere», ripeteva spesso Valter Vanni (Ds) a proposito della coazione a referendare degli autonomisti. Rompere il giocattolo all’alleato Brugnaro e ritrovarsi con un capoluogo da 80mila abitanti e il rischio di perdere lo status metropolitano avrebbe poco senso politico, ora che sindaco e governatore hanno ritrovato l’armonia e da Palazzo Ferro Fini a Ca’ Farsetti passando per Ca’ Corner, c’è un’unica maggioranza.