Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La città si divide «Brava persona» «Non possono aver inventato tutto»

- R.Pol. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dentro e fuori le mura non si parla d’altro. A chiedere cosa ne pensano dell’assessore «indagato per le proposte sessuali» (che la tentata concussion­e non la mastica nessuno, ma quando si parla di sesso tutti sono informatis­simi) le donne guardano altrove, gli uomini dicono che infondo l’assessore è un bravo ragazzo, che ha una bimba piccola, che spesso va a messa, che quelle sono accuse pesanti, per cui «quelle due» non avrebbero dovuto prendere la faccenda alla leggera. «E chi ti dice che l’abbiano presa alla leggera?» dice una ragazza all’oste che prende le parti dell’accusato «nessuna donna fa queste cose alla leggera». Contattata al telefono, una delle due commercian­ti che ha fatto la denuncia non vuole parlare, ci pensa la sua collaborat­rice a liquidare i cronisti al telefono. Ha paura che i colleghi maschi le si rivoltino contro, teme di non essere creduta e non vuole altri guai, questo lascia intendere il silenzio della collaborat­rice, che saluta gentilment­e.

Chi prende la difesa delle donne non vuole essere riconosciu­to e chiede l’anonimato, al contrario di chi sta con l’accusato: «Lo conosco molto bene Filippo — dice il titolare del Masque Cafè di via Indipenden­za — impossibil­e che abbia fatto quello che dicono, è una brava persona». Le tre signore poco lontano dal locale hanno un’altra opinione: «Se lo hanno denunciato mentendo sanno a cosa vanno incontro — spiega una delle tre — ma non credo che una vada in cerca di guai, c’è sempre un fondo di verità quando una donna dice queste cose, si figuri poi se lo hanno messo nero su bianco...». Alla domanda se qualcuno si aspettasse da De Rossi un comportame­nto simile la risposta è univoca: «Cosa vuole che le dica, noi donne non ce lo aspettiamo mai da nessuno e poi invece queste cose capitano, sembrano tutti dei bravi ragazzi».

A dispetto del nome del suo locale, il Gossip Bar di via Roma, il titolare sta sulle sue: «Non ne so niente, si difenderà se le accuse sono false» dice. Sul web sono tutti schierati con l’assessore: «Lo vediamo a messa, è un bravo ragazzo» scrivono in un post che riceve decine di like.

Filippo De Rossi, neopapà, abita a Galliera con la moglie, può contare sulla vicinanza di tanti commercian­ti. L’assessore, di estrazione forzista, era entrato in consiglio comunale nel 2012 a sostegno dell’ex sindaco Giuseppe Pan. Prese 211 voti. Alle amministra­tive del 2016 in una lista azzurra a sostegno questa volta di Pierobon, ottiene 290 preferenze. Il sindaco lo nomina assessore e quell’estate De Rossi lancia una raffica di iniziative: è tra i promotori della «festa dea suca», del calcetto sotto le mura, delle notti bianche, della festa al Cittadella neopromoss­o in serie B. Trova 400mila euro da investire nei distretti commercial­i, sposta le slot machine lontano dalle scuole. Un tripudio. Fino a ieri.

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