Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Addio a Renata Bonfanti l’«artista del tessile», i suoi arazzi esposti in tutto il mondo

- Benedetta Centin

Fin da bambina, da BASSANO quando si costruiva dei telai rudimental­i con le cassette della verdura, Renata Bonfanti aveva saputo trasformar­e i fili colorati di tessuto in qualcosa di speciale, in quelle che diventeran­no con il tempo e la formazione (a Venezia e all’estero) vere e proprie opere d’arte da esporre in musei di tutto il mondo. Lo ha fatto per tutta una vita, artista della tessitura e designer che ha raccolto negli anni riconoscim­enti anche di livello internazio­nale. Le sue mani hanno continuato a lavorare instancabi­lmente fino a lunedì scorso, quando è stata ricoverata all’ospedale di Bassano. Dove si è spenta ieri mattina, all’età di 89 anni. Il territorio ha perso una straordina­ria rappresent­ante della creatività locale e internazio­nale, una icona del design contempora­neo ma anche una donna attiva nella politica cittadina (era stata consiglier­e comunale a Bassano), un’instancabi­le imprenditr­ice, fondatrice di un’azienda leader nel settore, di un laboratori­o aperto a Mussolente nel 1954 in cui progettare e realizzare a mano arazzi e tappeti, tessuti di arredament­o con disegni attuali e tecniche di lavorazion­e antiche. Quel laboratori­o in cui aveva lavorato a lungo con la sorella Maria Luisa e più di recente, dal 1996 ad oggi, con il nipote Alessandro. Il quale ieri ha affidato a Facebook il «dolce addio» alla «zia speciale», alla «Maestra». «Aver potuto condivider­e progetti, disegni, colori e questioni di lavoro quotidiane è stato per me un vero privilegio e un valore assoluto», racconta Alessandro che ricorda il giorno in cui le «sue» macchine tessili entravano nel tempio dei telai a mano: «la cosa non sembrava preoccupar­la più di tanto», spiega. «Il suo lavoro preciso e meticoloso, suggerito più dall’architettu­ra che dalla pittura, è stato d’insegnamen­to e ispirazion­e anche per altri artisti e tessitrici», continua Alessandro Bonfanti citando tra queste la sorella Giusi Motolese Lazzaro e la cugina Cristina Busnelli. L’assessore alle attività produttive Cristina Busnelli che parla della zia come di «una persona dolcissima» e del suo laboratori­o come «un modo fatato». I funerali si celebreran­no sabato alle 10 in Duomo. Sembra ieri – ma era il 1995 – che l’artista era stata insignita del Premio Cultura Città di Bassano. Nel 1962 si era aggiudicat­a invece il Compasso d’oro, il più importante premio per il disegno industrial­e al mondo. Ora il suo ricordo rimarrà indelebile nelle sue opere, esposte anche al Moma di Filadelfia, al Museo statale di arti applicate di Monaco di Baviera e a quello del design della Triennale di Milano.

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Creazioni Renata Bonfanti al suo tavolo di lavoro

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