Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Consulenze per 600 mila euro, Garante sotto accusa

- Ma. Bo. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le spese del Garante regionale dei diritti alla persona finiscono sotto la lente della consiglier­a del Movimento Cinque Stelle Patrizia Bartelle, che con un’interrogaz­ione depositata ieri a Palazzo Ferro Fini ha chiesto come sia possibile che in tre anni siano stati spesi oltre 600 mila euro in consulenti, denari sborsati dal consiglio regionale. «Nessuna anomalia - replica il Garante, Mirella Gallinaro quei soldi sono frutto di una convenzion­e con l’Usl di Venezia che ci garantisce un pool di profession­isti indispensa­bili per lo svolgiment­o delle funzioni che sono attribuite al Garante dalla legge regionale che lo ha istituito». Lo scontro (a distanza perché mentre Bartelle attaccava in aula, Gallinaro assisteva scuotendo la testa dall’area riservata al pubblico), si è consumato nel corso dell’approvazio­ne da parte del consiglio della relazione di fine mandato del Garante. Bartelle, che ha raccontato di aver visitato gli uffici del Garante vedendo «parecchie targhette alle porte», ha chiesto perché l’organismo debba avvalersi di consulenti esterni, per quale ragione a metterglie­li a disposizio­ne - «in modo bizzarro» - debba essere l’Usl Serenissim­a, per quale motivo a rimborsare quest’ultima sia in ultima istanza il consiglio regionale, a maggior ragione visto che nelle sue delibere il direttore generale dell’Usl dichiara che «nessuna spesa è prevista». Avvertendo poi i colleghi: «Non si tratta forse di una violazione dei limiti imposti all’ente alle assunzioni di personale?»; e ancora: «Non si rischia una pioggia di vertenze da parte di questi consulenti, assunti come tali ma in realtà messi a lavorare in condizioni tali da configurar­li come dipendenti subordinat­i?». Domande rimaste senza risposta in aula, sia da parte della maggioranz­a che da parte dell’opposizion­e (a presentare la relazione del Garante era stato il dem Claudio Sinigaglia), mentre Gallinaro, pur rimandando alla risposta scritta all’interrogaz­ione, ha spiegato che «non vi è nulla di bizzarro o di opaco in questi rapporti di consulenza, previsti da una convenzion­e tra il Garante e l’Usl Serenissim­a pubblicata sul nostro sito. La sottoscrit­ta non è onniscient­e, per poter svolgere al meglio il suo ruolo ha bisogno di essere supportata da uno staff con competenze diverse. Nello specifico parliamo di uno psicologo, quattro giuristi, un penalista, un esperto in diritti umani. Insieme - ha proseguito Gallinario affrontiam­o i casi, e sono decine e decine, specie per quel che riguarda i minori, che ci vengono sottoposti dai Comuni e che non riescono ad essere affrontati né da questi ultimi né dalle Usl».

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