Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bassano piange Renata Domani i funerali in duomo

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L’ex sindaco Gambaretto: «Un talento senza confini»

Ha destato profonda commozione in città, e negli ambienti artistici non solo locali, la scomparsa di Renata Bonfanti. Tessitrice di primo piano, designer raffinata, dotata di una straordina­ria creatività e manualità, sulla spinta della passione è stata attiva fino alla fine. L’ultimo saluto all’artista dei tessuti si terrà domani , a partire dalle 10, nel duomo di Santa Maria in Colle. Conosciuta in tutto il mondo per i suoi originali arazzi che produceva nel laboratori­o di Mussolente - autentici capolavori che sono stati esposti in prestigios­i musei internazio­nali: dalla Germania agli Stati Uniti - si è spenta martedì, a 89 anni, all’ospedale San Bassiano dove era stata rico1996 verata lunedì scorso. Era la zia dell’attuale assessore alle Attività economiche Cristina Busnelli. Esponente di una stagione d’oro per la creatività bassanese, al punto che assieme ad un gruppo di artisti locali costituì un dinamico e propositiv­o circolo di cui facevano parte, tra gli altri, il pittore Vito Pavan, il ceramista Federico Bonaldi, il poeta Gino Pistorello, Renata Bonfanti è sempre stata una figura schiva e riservata. Nonostante girasse il mondo e avesse rapporti con molti personaggi di spicco ed esponenti della cultura e dell’arte, ha sempre mantenuto un basso profilo. Ed è così che la ricorda l’ex sindaco Lucio Gambaretto, che a gennaio del le consegnò il Premio Cultura, la massima onorificen­za assegnata ai cittadini distintisi per meriti e per onorare il nome della città. «Quando le comunicai l’assegnazio­ne del riconoscim­ento, apprezzò molto, nonostante la sua carriera fosse già costellata da prestigios­i successi - racconta Gambaretto - Era la prima edizione del premio del mio mandato amministra­tivo e, con la giunta, la scelta fu unanime: ci trovammo subito tutti d’accordo. Ma credo che la decisione sia stata condivisa dall’intera comunità bassanese. Sicurament­e è stata una donna di cultura, oltre che un’artista talentuosa e molto stimata. Ciononosta­nte non ha mai perso di vista il mondo del sociale. Fu infatti una paladina dei diritti, spendendos­i per la disabilità. La sua scomparsa lascia un grande vuoto, anche umano».

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Al lavoro Una foto che ritrae Renata Bonfanti nel suo studio, qualche anno fa

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