Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Furti nelle ville del Bassanese Presa la coppia che colpiva in moto
Arrestati due nomadi astigiani. Obiettivi scelti con mappe satellitari, traditi dal Dna
Viaggiavano in sella BASSANO ad una Honda Hornet grigia, cambiando spesso la targa nella speranza di non essere notati. Una precauzione che non è bastata loro.
Ora sui due amici pende un ordine d’arresto con l’accusa di furto pluriaggravato, per altri tre è scattata una denuncia. Secondo i carabinieri della compagnia di Bassano del Grappa i colpi tentati sarebbero in totale una trentina, dieci quelli andati a segno con un bottino di oltre 250 mila euro.
Le loro scorribande, secondo le accuse dei carabinieri, si sarebbero concretizzate nel mese di luglio del 2017 quando in una serie di raid sono andati a segno tra Breganze, Pianezze, Marostica, Mason Vicentino, Mussolente e Romano d’Ezzelino. Gli obiettivi individuati erano tutti di altissimo livello. Case di pregio, selezionate in zone isolate, probabilmente anche con l’uso delle foto satellitari rinvenute in rete. Dopo il primo colpo i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Bassano del Grappa si sono resi conto di aver a che fare con dei professionisti capaci di agire e andarsene in pochissimi minuti. Una velocità resa possibile proprio dalla scelta del mezzo. Una firma dei loro assalti. «Da subito sono stati predisposti servizi preventivi ad ampio raggio – ha spiegato il comandante dei carabinieri della compagnia di Bassano del Grappa, Adriano Fabio Castellari - verso fine luglio tuttavia la moto è stata intercettata da lontano da una pattuglia in zona di Col Roigo».
In quegli istanti i due che viaggiano in sella alla moto decidono di sbarazzarsi di uno zaino, lanciandolo tra la vegetazione. A recuperarlo ci pensano i carabinieri che lo inviano al Ris. Le indagini scientifiche confermano: è la svolta. Dentro la sacca lanciata dalla moto in corsa i carabinieri trovano una serie di targhe contraffatte, guanti e il necessario per il travisamento che permette il recupero del dna. I due capiscono di aver commesso un passo falso e dopo quell’episodio decidono di sparire. I carabinieri però non mollano. Gli accertamenti tecnici portano a due distinti profili genetici. Il primo nome che finisce sul tavolo dei militari è quello di Sonny Lebbiati di Villanova D’Asti. Per il 27 enne scatta la richiesta di misura cautelare. Il secondo profilo invece non risulta nella banca dati ma una serie di accertamenti permette di capire che in sella a quella moto con lui poteva esserci Erik Negro, 30 anni, anche lui dell’Astigiano. La prova del Dna a quel punto conferma i sospetti sui due nomadi. Dopo l’emissione di una misura cautelare per lui si aprono le porte del carcere di Asti. «L’aver agito così – spiega Castellari - lontano dalla propria base operativa ha fatto probabilmente ritenere ai due criminali di poter agire indisturbati e di non essere scoperti, mentre il lavoro costante e le metodologie investigative avanzate ci hanno permesso di assicurarli alla giustizia». I carabinieri hanno anche controllato le zone in cui i due avevano trovato ospitalità prima di mettere a segno le loro scorribande. Per due donne ed un uomo è scattata la denuncia.