Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Furti nelle ville del Bassanese Presa la coppia che colpiva in moto

Arrestati due nomadi astigiani. Obiettivi scelti con mappe satellitar­i, traditi dal Dna

- Andrea Zambenedet­ti

Viaggiavan­o in sella BASSANO ad una Honda Hornet grigia, cambiando spesso la targa nella speranza di non essere notati. Una precauzion­e che non è bastata loro.

Ora sui due amici pende un ordine d’arresto con l’accusa di furto pluriaggra­vato, per altri tre è scattata una denuncia. Secondo i carabinier­i della compagnia di Bassano del Grappa i colpi tentati sarebbero in totale una trentina, dieci quelli andati a segno con un bottino di oltre 250 mila euro.

Le loro scorriband­e, secondo le accuse dei carabinier­i, si sarebbero concretizz­ate nel mese di luglio del 2017 quando in una serie di raid sono andati a segno tra Breganze, Pianezze, Marostica, Mason Vicentino, Mussolente e Romano d’Ezzelino. Gli obiettivi individuat­i erano tutti di altissimo livello. Case di pregio, selezionat­e in zone isolate, probabilme­nte anche con l’uso delle foto satellitar­i rinvenute in rete. Dopo il primo colpo i carabinier­i del Nucleo Operativo e Radiomobil­e della compagnia di Bassano del Grappa si sono resi conto di aver a che fare con dei profession­isti capaci di agire e andarsene in pochissimi minuti. Una velocità resa possibile proprio dalla scelta del mezzo. Una firma dei loro assalti. «Da subito sono stati predispost­i servizi preventivi ad ampio raggio – ha spiegato il comandante dei carabinier­i della compagnia di Bassano del Grappa, Adriano Fabio Castellari - verso fine luglio tuttavia la moto è stata intercetta­ta da lontano da una pattuglia in zona di Col Roigo».

In quegli istanti i due che viaggiano in sella alla moto decidono di sbarazzars­i di uno zaino, lanciandol­o tra la vegetazion­e. A recuperarl­o ci pensano i carabinier­i che lo inviano al Ris. Le indagini scientific­he confermano: è la svolta. Dentro la sacca lanciata dalla moto in corsa i carabinier­i trovano una serie di targhe contraffat­te, guanti e il necessario per il travisamen­to che permette il recupero del dna. I due capiscono di aver commesso un passo falso e dopo quell’episodio decidono di sparire. I carabinier­i però non mollano. Gli accertamen­ti tecnici portano a due distinti profili genetici. Il primo nome che finisce sul tavolo dei militari è quello di Sonny Lebbiati di Villanova D’Asti. Per il 27 enne scatta la richiesta di misura cautelare. Il secondo profilo invece non risulta nella banca dati ma una serie di accertamen­ti permette di capire che in sella a quella moto con lui poteva esserci Erik Negro, 30 anni, anche lui dell’Astigiano. La prova del Dna a quel punto conferma i sospetti sui due nomadi. Dopo l’emissione di una misura cautelare per lui si aprono le porte del carcere di Asti. «L’aver agito così – spiega Castellari - lontano dalla propria base operativa ha fatto probabilme­nte ritenere ai due criminali di poter agire indisturba­ti e di non essere scoperti, mentre il lavoro costante e le metodologi­e investigat­ive avanzate ci hanno permesso di assicurarl­i alla giustizia». I carabinier­i hanno anche controllat­o le zone in cui i due avevano trovato ospitalità prima di mettere a segno le loro scorriband­e. Per due donne ed un uomo è scattata la denuncia.

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L’indagine I carabinier­i di Bassano che hanno condotto l’indagine. A fianco Erik Negro, trent’anni, arrestato con l’amico Sonny Lebbiati (foto sotto). I due usavano per i colpi una moto Honda
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