Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Villa Sandi cresce del 60% nel Regno Unito e in Russia E lancia la Ribolla spumante
Aggiungere CROCETTA (TREVISO) le bollicine a un vino della tradizione da sempre conosciuto come un prodotto «fermo». È così che nasce la Ribolla gialla spumantizzata di Villa Sandi, concepita e ottenuta nel centro di vinificazione di Spilimbergo, in Friuli, dove la casa presieduta da Giancarlo Moretti Polegato ha acquisito, due anni fa, i 50 ettari della tenuta Lisio Plozner. Un vino, promette il produttore, che avrà senz’altro molto da dire al «ProWein» di Dusseldorf, in calendario da oggi a martedì. «Una grande novità per il nostro gruppo – sottolinea Moretti Polegato – che si inserisce bene nella nostra produzione di vini spumanti, che va dal Prosecco al Metodo Classico».
Si tratta in ogni caso della produzione riferita alla vendemmia 2016. Per la Ribolla 2017 occorrerà attendere un anno in più, perché il metodo Charmat lungo richiede maturazione e fermentazione in autoclave per 12 mesi. «Non è detto – aggiunge ancora il presidente – che prossimamente non si decida di acquisire altre superfici vitate di quell’area. È un suolo straordinariamente vocato, con terreni che drenano molto bene».
Intanto l’azienda di Crocetta del Montello replica i conti dell’anno precedente chiudendo il 2017 con ricavi per circa 86,5 milioni, i quali, salvo imprevisti collegati alle inquietudini degli scenari internazionali, dovrebbero superare i 90 milioni alla chiusura dell’anno in corso.
«Già il primo trimestre evidenzia una sostanziale crescita rispetto allo stesso periodo del 2017 – prosegue Moretti Polegato – e ora stiamo un po’ a vedere se e come si aggiusteranno le tensioni riferibili agli Usa, con le possibili ritorsioni collegate al protezionismo annunciato da Donald Trump, al Regno Unito per effetto della Brexit e al mercato russo; aree del mondo, queste ultime due, nelle quali nel 2017 siamo cresciuti nonostante tutto fra il 50 e il 60%, nell’ambito di un portafoglio export che vale il 60% dei ricavi. Le fiere internazionali servono anche a tastare il polso del pianeta attraverso un confronto con i nostri concorrenti». Tutto questo mentre continua l’esperienza di Iswa (Italian signature wines academy), cioè un’alleanza sottoscritta tra 8 produttori di vino italiano attraverso la quale è stato possibile presentarsi in modo unitario alle fiere all’estero e coordinare un’azione condivisa.