Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lega e Fi blindano il Veneto: alleanza solida

I colonnelli dopo le parole di Maroni: «Regione e Comuni sono saldi»

- di Marco Bonet

«L e liti romane non ci toccano». I colonnelli della Lega e di Forza Italia blindano l’alleanza in Veneto.

Nessuno si sogni di tirare il Veneto nel mezzo delle sabbie mobili romane. Men che meno, come ha provato a fare l’ex governator­e della Lombardia Roberto Maroni, ad utilizzare il Veneto (e la Lombardia e la Liguria) come merce di scambio nelle difficili trattative oggi in corso per i presidenti di Camera e Senato, un domani per la formazione del nuovo governo.

A dirlo, all’unisono, sono i vertici regionali di Lega e Forza Italia, che tradiscono pure un po’ di stanchezza sul tema visto che sono ciclici i litigi tra i due partiti ed è ciclico il tentativo di mischiare livelli amministra­tivi e politici usando i primi come arma di ricatto per i secondi. Lo stesso governator­e Luca Zaia, che non a caso si tiene distante con accortezza dalle vicende della capitale, in passato l’ha ripetuto più e più volte: «Qui in Veneto la maggioranz­a è solida, stiamo lavorando bene».

È della stessa idea il capogruppo della Lega Nicola Finco: «Nel 2015 abbiamo preso un impegno chiaro con gli elettori e va rispettato, non si può mettere in discussion­e l’amministra­zione regionale per le tensioni che si registrano a livello nazionale, così come queste ultime non dovrebbero incidere sull’alleanza che stiamo chiudendo a Vicenza e a Treviso in vista delle Comunali. Certo, se Forza Italia si decidesse a scegliere il suo uomo a Vicenza… lì avanti di questo passo rischiamo grosso». E i contatti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio? «Forza Italia non può pensare di tenerci sotto scacco come un tempo, ora siamo noi a guidare la coalizione e mi pare normale confrontar­si con tutti – dice Finco – detto questo, ogni decisione spetta a Salvini». Decide Matteo: lo ripetono come un mantra tutti i colonnelli della Lega. Anche se i parlamenta­ri, come Massimo Bitonci, probabilme­nte respirando l’aria di Roma sembrano più possibilis­ti dei consiglier­i regionali: «Tra noi e il Movimento Cinque Stelle alcuni punti di contatto ci sono e le parole di Salvini («Nulte la è impossibil­e», ndr.) mi sembrano inequivoca­bili. Certo, costruirci assieme un programma di governo toutcourt è un altro paio di maniche». Anche per Bitonci, in ogni caso, non ci sarà alcuna ripercussi­one a livello locale: «Sul territorio l’alleanza tra Lega e Forza Italia è un dato acquisito, non si mette in discussion­e».

Fin qui, il Carroccio, che certo ha tutto l’interesse a tener vivo il doppio binario, con Forza Italia qui e con il M5S a Roma. Il punto è che allo stesso modo la pensano anche i dirigenti di Berlusconi, forse pure nella consapevol­ezza che a queste latitudini, e per come si sono messe le cose negli ultimi anni, è difficile per loro pensare di poter dettare condizioni alla Lega. Per capirsi: se anche Forza Italia (compreso il neo acquisto Maurizio Conte, che ha mantenuto il gruppo autonomo) si chiamasse fuori, Zaia godrebbe comunque di una maggioranz­a di 26 consiglier­i su 51. «Non vanno traditi gli impegni con gli elettori – dice il capogruppo Massimo Giorgetti – questo vale per noi e pure per la Lega, qui in Veneto come a livello nazionale. Accordi con i Cinque Stelle o col Pd sono innaturali: auspichiam­o che nessuno voglia intestardi­rsi a perseguirl­i. L’unica via è mantenere salda la coalizione di centrodest­ra». D’accordo Adriano Paroli, coordinato­re azzurro in Veneto: «Siamo in una fase di tatticismi, non mi preoccuper­ei. Gli elettori ci hanno scelto per la guida di Regioni e Comuni perché ci riconoscon­o di saper governare bene e sanno che la nostra alleanza è forte. Squadra che vince, non si cambia. Certo nella squadra devono crederci tutti, con pari dignità: io posso garantire per Forza Italia, penso che leghisti siano pronti fare lo stesso per il loro partito».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy