Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I migliori vini d’Italia Ecco le eccellenze made in Veneto

Domani con il «Corriere» esce il volume dedicato alle cento eccellenze italiane 2018 a cura di Ferraro e Gardini

- Padovese

Si apre con una citazione di Gualtiero Marchesi («Ci vogliono idee e cuore»), il cuoco milanese scomparso a dicembre, padre della nuova cucina italiana. Ma fra le schede dei vini e le biografie dei vignaioli non si può non scorgere lo spirito di Luigi Veronelli, il giornalist­a e scrittore che insegnava a guardare alle persone nascoste dietro ogni bottiglia. E questo ha fatto Luciano Ferraro, giornalist­a e scrittore veneziano, caporedatt­ore centrale del Corriere della Sera. Ferraro ha firmato con il sommelier Luca Gardini la quinta edizione del

libro I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia. Guida all’eccellenza del 2018. È un lavoro che offre una fotografia dell’Italia vinicola, in bilico, scrivono gli autori nell’introduzio­ne, fra «vignaioli in trincea per difendere antichi vitigni accanto ad altri che sperimenta­no... difensori delle micro imprese familiari... contrappos­ti a fautori del mercato come unico faro».

Questo è un discorso valido anche per i vini e i vignaioli del Veneto, personaggi straordina­ri così diversi l’uno dall’altro. Nella guida troviamo un vignaiolo di 91 anni, un padre francescan­o, tre donne del vino fra cui una bocconiana e altri cinque «mostri sacri» ambasciato­ri della viticultur­a veneta in Italia e nel mondo. Profili diversissi­mi accomunati dalla passione, personaggi che nei vini ci mettono tante «idee» e molto «cuore», i due ingredient­i di cui parlava Marchesi. Una delle figure più belle raccontate da Luciano Ferraro è Luigi Gregoletto, «ragazzo di 91 anni», che «ha continuato a produrre vini autentici e quindi ostinati e contrari alla massificaz­ione del gusto», «nell’oceano di Prosecco che attornia la sua cantina». È un custode di un territorio «che pare contenere i pensieri del poeta Andrea Zanzotto». Un’altra figura meno scontata nel panorama degli «imprendito­ri del vino» è

Padre Antonio, «saio, sandali e occhiali scuri», «un francescan­o che prega e cura la terra e la vite». Il frate custodisce «Refosco e Teroldego in clausura, 920 piante e 1800 metri quadrati, per finanziare l’Istituto di studi ecumenici della facoltà di Teologia che ha sede nel convento», «accanto alla chiesa di San Francesco della Vigna, a due passi da piazza San Marco e dei padiglioni della Biennale». «Il vino si chiama Harmonia Mundi, lo amalgama e lo affina in Valpolicel­la Celestino Gaspari, ideatore dell’Amarone Zýmé», altro personaggi­o confermato nella guida dopo esservi entrato nel 2017. Confermata la presenza anche della bocconiana Sarah Dei Tos, che, «non ancora trentenne, è stata la prima nel Nordest a raccoglier­e le uve a mano di notte, “così l’energia della luna nuova finisce nel Prosecco”». «Sarah è un’esponente della nuova generazion­e di prosecchis­ti: girano il mondo, conoscono le lingue e sanno badare ai bilanci»; il vino segnalato da Ferraro e Gardini è il Conegliano Valdobbiad­ene Prosecco Superiore Brut Grappoli di luna 2016. Fra le donne venete del vino troviamo due verone-

si: la «pasionaria dei vini autoctoni italiani» Matilde Poggi con la sua cantina di Cavaion Veronese «Le Fraghe» e

Sabrina Tedeschi, «presidente dell’associazio­ne Famiglie dell’Amarone d’Arte» che «ha aperto le trattative di pace con il presidente del consorzio locale». Da Verona la guida contiene anche la scheda su Sandro Boscaini, «Mister Amarone», «a capo della Masi Agricola, la prima società produttric­e di vino quotata in Borsa», e su Paolo Fontana, «un manager che viene da Gancia», a capo del marchio «Tenute SalvaTerra», «otto tenute, 257 ettari tra la Valpolicel­la, i Colli Euganei e il lago di Garda». Da Treviso troviamo Giancarlo Moretti Polegato, che nella palladiana Villa Sandi, all’interno dei «cunicoli scavati durante la Grande Guerra» affina «i vini per il Quirinale e Palazzo Chigi; e

Lorenzo Palla, che ha imposto alla cantina Loredan Gasparini «una linea di qualità e originalit­à, sia in vigna che in cantina». Da Vicenza è stato scelto Fausto Maculan, dipinto come «un ghiottone errante di 67 anni, in bilico tra euforia e noia», inventore del Torcolato e padre di Angela e Maria Vittoria a cui ha passato il testimone.

La guida propone anche una classifica sui migliori 100 vini italiani degustati e votati da Luca Gardini. Vi troviamo sei vini veneti. Con 93 punti (su 100) l’Agnobianca 2016 di

Masari, l’Amarone della Valpolicel­la Classico Riserva La Mattonara 2006 di Zýmé e il Soave Classico Monte Fiorentine 2016 di Ca’ Rugate; con 92 punti il Massifitti 2014 di Suavia; con 91 punti il Valdobbiad­ene Prosecco Brut Nature Rive di Ogliano 2016 di

BiancaVign­a; con 90 punti il Valdobbiad­ene Prosecco Superiore Brut Nature 2016 di Silvano Follador. La guida contiene anche le migliori dieci birre e i migliori dieci distillati, dove troviamo due «chicche» vicentine, la birra Brusca, una Pilsner dell’azienda Birrone, e il distillato di

Capovilla «Alto Grado» con le albicocche del Vesuvio.

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 ??  ?? Etichette La guida racconta la storia di dieci vignaioli e vini del Veneto. E fra i 100 vini migliori d’Italia sei sono prodotti da cantine venete
Etichette La guida racconta la storia di dieci vignaioli e vini del Veneto. E fra i 100 vini migliori d’Italia sei sono prodotti da cantine venete

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