Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Stato di emergenza Pfas Ieri via libera da Roma Zaia: «Fare presto e bene»
Dopo svariati annunci, è finalmente stato decretato ieri dal Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza per le zone colpite dall’inquinamento da Pfas. «Il tempo è galantuomo. - commenta il governatore Luca Zaia - Peccato però perché con questo governo si sono persi mesi. Ora però con la struttura commissariale potremmo completare i nuovi acquedotti in meno di tre anni».
Dopo svariati annunci, è finalmente stato decretato ieri dal Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza per le zone colpite dall’inquinamento da Pfas. «Il tempo è galantuomo. - commenta il governatore Luca Zaia - Ricordo che quando ho fatto la richiesta dello stato di emergenza per i Pfas a settembre dello scorso anno sono stato attaccato da mezzo mondo, dicendo che erano pure fantasie quelle di pensare ad un commissario e che il governo non l’avrebbe mai concesso». Il riferimento è soprattutto al Pd e proprio ieri le due parlamentari dem Alessia Rotta e Laura Puppato hanno sparato ad alzo zero contro la Regione accusandola di aver sottovalutato il fenomeno e soprattutto di non voler trovare, oltre agli 80 milioni messi sul tavolo da Roma per i nuovi acquedotti, altri 40 che saranno pagati «in bolletta» dalle popolazioni delle tre province, Verona, Vicenza e Padova. «Quella di ieri - scrivono in una nota le due parlamentari dem - è una decisione importante che comporta il commissariamento dell’area colpita per la bonifica, che prevede oltre al finanziamento di 56 milioni del Ministero dell’Ambiente per il commissario come richiesto dalla Regione, altri 24 milioni per l’ordinario, mentre resta una quota di soli 40 milioni a carico della Regione Veneto che, come ha già comunicato, intende spalmare sulla popolazione locale, fortemente provata da questa emergenza sanitaria e ambientale». Parole pesanti che Palazzo Balbi rispedisce al mittente: «I fondi Cipe per quei famosi 80 milioni di euro prevedono, con una legge dello Stato, la compartecipazione in bolletta per altri 40 milioni. - dice l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin - Non è certo una scelta della Regione». Il botta e risposta non si ferma qui e l’assessore all’Ambiente passa al contrattacco. «Devo ricordare all’onorevole Rotta che lei stessa diceva che lo stato di emergenza non era necessario. Quanto alla Puppato, francamente, mi chiedo a che titolo intervenga». Polemiche a parte, però, il tanto sospirato stato di emergenza che conferirà alla Regione (o a un suo delegato) il ruolo di commissario straordinario potrebbe finalmente sbloccare la vicenda degli acquedotti nelle aree contaminate. «Grazie al sistema commissariale - spiega Bottacin - la pianificazione prevista avrà tempi ridotti. Potendo fare ordinanze i sei anni di lavori previsti si ridurranno sensibilmente». I ritardi, piuttosto, sarebbero dovuti secondo Zaia a «un governo che in pratica non esiste più. Peccato, perché così si sono persi un sacco di mesi». E il governatore aggiunge: «Viene premiata la nostra lungimiranza. Stiamo sviluppando un nuovo sistema acquedottistico all’avanguardia. L’obiettivo è fare bene e fare in fretta, attraverso una struttura commissariale che ci permetterà di snellire le procedure. Conto che, nel giro di un anno, noteremo già i primi benefici e in due o tre potremmo arrivare al completamento dell’opera».