Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ecco i treni di domani: Pop e Rock per i pendolari

- di Alessio Corazza

L’Alta velocità destinatar­ia di stanziamen­ti miliardari, mentre i treni regionali sottofinan­ziati e scadenti: questo il doppio binario, che la maggior parte degli utenti del trasporto ferroviari­o ha sperimenta­to. Ma adesso, «la musica sta cambiando», promette lo slogan di Trenitalia e Ferrovia dello Stato, i cui massimi vertici hanno presentato ieri mattina in piazza Bra i nuovi treni «Pop» e «Rock» che entreranno in servizio sulle tratte regionali del Veneto tra la fine del 2019 e il 2023.

Saranno in totale 78, su una flotta regionale che ne conta 110 e che verrà così rinnovata per i tre quarti, con un’anzianità dei convogli che, nel 2024, sarà dimezzata rispetto ad oggi (da 20,3 anni a 10,6). «I nuovi treni saranno bellissimi, eleganti, funzionali, mettono al centro la dignità del viaggiator­e», sottolinea il presidente di Trenitalia Tiziano Onesti. «Abbiamo proposto contratti di servizio più lunghi, che ci permettono di programmar­e gli investimen­ti e di fare gare per nuovi treni dagli standard molti elevati - aggiunge l’amministra­tore delegato delle Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini - E la Regione Veneto ha capito subito quali potevano essere i vantaggi».

È un investimen­to notevole quello della Regione: oltre un miliardo, di cui 619 milioni per i nuovi convogli. E pensare che Luca Zaia, qualche anno fa, accusava apertament­e Trenitalia di far viaggiare i pendolari veneti su «carri bestiame» e minacciava di interrompe­re ogni rapporto. Adesso è stato invece il primo governator­e a firmare, a gennaio, il nuovo contratto di servizio della durata di ben 15 anni. «Ci eravamo davvero arrabbiati con loro, gli avevamo detto: pretendiam­o treni puliti, puntuali, confortevo­li e sicuri - racconta - Poi, c’è stato effettivam­ente un cambio di passo. Adesso spenderemo una barca di soldi, ma sia chiara una cosa: questa non è normalità. Saremo la prima regione europea ad avere una flotta del genere. Siamo la Baviera d’Europa, i numeri uno».

Il governator­e chiama attorno a sé alcuni dei nuovi giovani macchinist­i che Trenitalia ha assunto in Veneto (215 nel 2017). «È stato possibile proprio grazie alla firma del contratto di servizio» sottolinea Orazio Iacono, amministra­tore delegato di Trenitalia, che riconosce come «nel 2014 abbiamo rischiato di essere allontanat­i dal Veneto perché il servizio non era di qualità, ma da allora molto è cambiato». Nei primi due mesi del 2018 il 92,3 per cento delle corse è arrivato a destinazio­ne in orario, le cancellazi­oni si sono ridotte del 70,8 per cento. Quanto alla pulizia, uno dei tasti dolenti del passato, la percentual­e di soddisfazi­one dei pendolari veneti è migliorata di 29 punti.

«Vogliamo dimostrare che non solo i servizi di mercato come l’Alta velocità, ma anche quelli regolati come quelli regionali, possono e devono essere di qualità», dice ancora Mazzoncini. E a proposito di Alta Velocità: dopo l’ok della Corte dei Conti, l’ad delle Fs conferma che «Verona sarà la prossima tappa della Tav, partiremo entro quest’anno con i cantieri dalla galleria di Lonato». I costi, con la rinuncia allo «shunt» (il passante che aggirava Brescia) scendono di un miliardo, passando da 3,3 a 2,2, già totalmente disponibil­i, ma il nodo per l’uscita da Brescia è ancora da riprogetta­re. Il cronoprogr­amma prevede sette anni di lavori. Dovrebbe invece andare al Cipe la prossima settimana la Verona-Vicenza-Padova, che ha un costo di 4,8 miliardi di euro, ma è oggi finanziata solo per 1,5 miliardi.

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 ??  ?? In carrozza Nell’immagine (Fotoland) da sinistra l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti, il governator­e Luca Zaia e il presidente di Trenitalia Tiziano Onesti a bordo di un nuovo treno
In carrozza Nell’immagine (Fotoland) da sinistra l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti, il governator­e Luca Zaia e il presidente di Trenitalia Tiziano Onesti a bordo di un nuovo treno

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