Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rose, semi, spezie e alberi rari Nuova vita per il giardino Parolini
L’azienda leader nella produzione di rose moderne e quella specializzata nel recupero delle antiche varietà; i semi usati per preparare pregiati distillati, le spezie africane, le delicate sfumature e le originali forme delle orchidee e delle piante acquatiche. Sono alcune delle curiosità proposte da «Di rara pianta» 2018. Organizzata dal Rotary Bassano Castelli, la manifestazione dedicata al mondo vegetale sarà di scena il 7 e l’8 aprile nello storico giardino Parolini. Al di là della valenza scientifica, è un’occasione per far tornare agli antichi fasti il parco fondato due secoli fa dal botanico Alberto Parolini, oggi al centro di un consistente intervento di recupero e di rilancio dopo anni di abbandono.
«Nell’ultimo triennio, abbiamo investito quasi 500mila euro per riqualificarlo», sottolinea il sindaco Riccardo Poletto. La due giorni non sarà solo una colorata e profumata vetrina. Ad integrarla, un caleidoscopio di appuntamenti di taglio scientifico e culturale. Tra visite guidate in museo, attività didattiche per bambini, laboratori di giardinaggio per imparare le tecniche del trapianto e di lavorazione, l’esposizione a palazzo Finco di ricami a tema floreale, libri dedicati ai giardini bassanesi firmati da Porcinai, si potrà realizzare «l’orto accessibile» (il 7, dalle 14.30) o sperimentare la «passeggiata biblica» (il 7 alle 9.45): Giuseppe Busnardo del comitato scientifico del Parolini e don Andrea Guglielmi, l’abate di Santa Maria in Colle, guideranno gli interessati tra le piante citate nella Bibbia e nel Corano.
Il parco si presenterà in una veste rinnovata, con un nuovo spazio riservato ai garofani e il costruendo boschetto di pini «fratelli» dell’esemplare sconosciuto che 199 anni fa, dalla Turchia, fu portato in città da Parolini del quale oggi porta il nome e continua a svettare nel giardino cittadino. «Con il contributo delle università di Padova e Firenze saranno cresciuti nuovi semi - spiega Busnardo - poi piantumati nel parco con quelli di pini ibridi provenienti da altre zone del mondo».