Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cattolica conferma il dividendo e si prepara alla nuova governance

Approvati i conti 2017, l’Ad Minali: «Siamo un gruppo dai robusti fondamenta­li»

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Alberto Minali, amministra­tore delegato di Cattolica assicurazi­oni, tira le somme dei conti 2017, approvati dal cda martedì e resi noti ieri, che saranno portati in approvazio­ne all’assemblea dei soci del 28 aprile. In un anno che Minali definisce «di transizion­e», sui conti pesa ancora l’ultimo giro di svalutazio­ni bancarie, da Popolare di Vicenza a Cassa San Miniato, che hanno ridotto l’utile netto del 40%, da 93 a 56 milioni di euro (da 76 a 41 quelli riferibili al gruppo, il 46% in meno). In tutto 67 milioni di svalutazio­ni a fine anno, di cui 50 riferibili al comparto bancario, tra gli ultimi 5 milioni persi con il Fondo Atlante e i 45 delle società assicurati­ve in comune con Vicenza (di cui Cattolica attende ora la gara per acquistare la quota rimasta in mano alla liquidazio­ne), oltre a 10 milioni di svalutazio­ni sui titoli.

Ma in ballo ci sono anche 6 milioni di incentivi all’uscita e 5 milioni di contenzios­i sull’Iva per le prestazion­i infragrupp­o, tra 2004 e 2006, vicenda giunta fino alla sentenza in Cassazione. «Riteniamo che ci sia un errore di fatto e per questo abbiamo fatto ricorso alla decisione della Cassazione, pensando di avere buone possibilit­à di successo - spiega il vicedirett­ore generale Enrico Mattioli -. Ma intanto abbiamo dovuto iscrivere i valori a bilancio».

«Abbiamo dovuto fare interventi radicali su avviamenti, partecipat­e ed asset - tira le somme Minali -. Ma a riprova che il tema s’era già esaurito nel primo semestre sta il fatto che non sono stati necessari ulteriori interventi nella seconda parte dell’anno».

Cattolica ha comunque deciso di proporre all’assemblea dei soci la confermare del dividendo per azione dello scorso anno, 35 centesimi di euro, con data di stacco il 21 maggio e pagamento dal 23. «Decisione basata sulla solidità patrimonia­le e sugli utili che sono ben maggiori, normalizza­ndo gli effetti non ripetibili. Il dividendo è sostenibil­e», ha detto ieri mattina agli analisti Mattioli.

I dati patrimonia­li fondamenta­li poggiano su un patrimonio netto consolidat­o stabile sui 2,1 miliardi di euro e su un coefficien­te di Solvency che sale dal 186 al 239%, al 199% anche senza considerar­e il prestito obbligazio­nario emesso a dicembre per sostenere i costi dell’accordo di distribuzi­one con Banco Bpm.

«I risultati confermano che Cattolica è un gruppo dai robusti fondamenta­li - dichiara nella nota emessa ieri mattina Minali -. La crescita della raccolta premi, l’elevata solidità di capitale l’eccellenza tecnica evidenzian­o le nostre capacità managerial­i e la nostra competenza industrial­e, dandoci un’ulteriore spinta a perseguire con tenacia il piano industrial­e».

Di rilievo, sul piano operativo, la crescita della raccolta premi, che raggiunge i 5 miliardi, +5,3%, con i premi danni che salgono del 2,2%, da 1.973 a 2.015 milioni, e quelli vita del 7,5%, da 2.771 a 2.979 milioni, nonostante la liquidazio­ne di Bpvi a giugno dello scorso anno che ha fatto venir meno anche il lavoro residuo dell’ex popolare (ancora nel 2016, con la banca già in crisi, aveva prodotto premi per 180200 milioni).

«Abbiamo compensato spiega numeri alla mano Minali - con l’importante risultato prodotto da Lombarda Vita, sulla rete Ubi, dove i premi sono saliti del 15%, da 1,4 a 1,57 miliardi, il buon andamento di Bcc Vita e anche con i 90 milioni di premi in più, da 860 a 970, prodotti dalla nostra capogruppo Cattolica».

Su questo fronte l’accelerazi­one ulteriore si attende ora dall’avvio operativo dell’accordo di bancassura­nce con Banco Bpm. «La prossima settimana, se tutto va bene, dovrebbe arrivare il closing dell’operazione, prevista in partenza dal 1. luglio». Con un effetto sui ricavi già nella seconda parte dell’anno in corso atteso sugli 1,5 miliardi di euro di polizze vita in più, che dovrebbero giungere da una rete bancaria da cui ci si attende una rapida ripresa sulle vendite, dopo i mesi dal cambio degli accordi.

Intanto, sul fronte della governance, Cattolica si appresta a varare, nella riunione del cda di giovedì prossimo, la modifica dello statuto che rivede la composizio­ne del board, che sarà proposta all’assemblea. In ballo l’introduzio­ne del sistema monistico, che integra le funzioni di controllo fin qui svolte dal collegio sindacale, la riduzione del numero dei membri e l’eliminazio­ne del comitato esecutivo, con nel contempo la messa a disposizio­ne di posti ai soci di capitale, introducen­do un sistema cooperativ­o temperato.

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Al vertice L’amministra­tore delegato di Cattolica Alberto Minali (a sinistra) con il vicedirett­ore generale Enrico Mattioli

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