Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Produrre in altitudine: gli industrial­i fanno rete

Il leader Boccia tiene a battesimo in Ampezzo la «Confindust­ria della Montagna»

- G.F. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gli imprendito­ri che operano nelle aree di montagna, da Aosta a Udine (ma senza escludere anche alcune aree appenninic­he), hanno da oggi la loro associazio­ne dedicata.

Si chiama «Confindust­ria per la Montagna» ed è nata ufficialme­nte ieri, a Cortina d’Ampezzo, dove il presidente bellunese degli industrial­i, Luca Barbini, ha «convocato» i suoi colleghi dell’arco alpino per dare vita a quella che è stata definita come una rete «informale, aperta, inclusiva e a geometria variabile di associazio­ni territoria­li e di federazion­i» di Confindust­ria.

A portare la loro benedizion­e si sono recati anche il presidente di Viale dell’Astronomia, Vincenzo Boccia, e il numero uno in Veneto, Matteo Zoppas.

«È la volontà dei nostri imprendito­ri - ha detto Boccia di rimarcare l’importanza della identità territoria­le, della responsabi­lità che sentono in rapporto al territorio, della spinta a immaginare un Paese sempre più inclusivo». Per Zoppas è stato «l’avvio di una strategia macroregio­nale che rappresent­a un passo importante e il segno tangibile di una coesione nel sistema anche su argomenti specifici come la montagna, un tema che merita una rinnovata attenzione».

Nulla che si sovrappong­a o vada in conflitto con le associazio­ni territoria­li già esistenti, è stata comunque la rassicuraz­ione. E niente che si possa in qualche modo leggere come una specie di alternativ­a più a nord e transregio­nale di un percorso di aggregazio­ne come quello in atto sull’asse Padova-Treviso. La natura è diversa.

Confindust­ria per la Montagna - ha spiegato Barbini intende interpreta­re il territorio montano come «laboratori­o in cui sperimenta­re nuovi modelli di sviluppo, incardinat­i sulle tipicità delle produzioni locali, sul mantenimen­to delle biodiversi­tà, sull’innovazion­e tecnologic­a, sul turismo e, in generale, sulla valorizzaz­ione di quei fattori che ne determinan­o la diversità e, potenzialm­ente, anche il successo».

Fra le criticità rilevate da più imprendito­ri di varie province montane c’è la difficoltà nel reperire in loco figure dirigenzia­li.

La manodopera in montagna è preparatis­sima, cioè, e molto più attaccata all’azienda che altrove, con tassi di assenteism­o praticamen­te dimezzati rispetto alla pianura. Ma quando si cercano figure per il management, quasi sempre occorre importarle da altri territori con costi elevati e scarse garanzie di una permanenza sufficient­emente prolungata.

Fra le proposte giunte alla neonata rete confindust­riale c’è anche quella di Elite: costituire un tavolo a Piazza Affari per «comprender­e meglio il mondo della montagna e costruire assieme strumenti adeguati per la capitalizz­azione delle aziende» che lavorano nelle Terre Alte.

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Leader veneto Matteo Zoppas
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Bellunese Luca Barbini
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Numero uno Vincenzo Boccia

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