Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Maestro ubriaco in classe «Assolto, nessuna prova»
Era stato accusato di maltrattamenti verso l’alunna disabile
Assolto. L’accusa di aver maltrattato l’alunna disabile non ha retto alla prova dell’aula e ieri S.V., docente 43enne di Vicenza, (le iniziali sono a tutela della bimba di sette anni) è stato «scagionato» dal giudice per l’udienza preliminare Massimo Gerace. «Per non aver commesso il fatto» riporta la sentenza.
Insegnante di scuola elementare, il 43enne era finito a processo accusato di essersi «presentato spesso a lezione» con alcol in corpo, quindi poco lucido, e di essersi disinteressato dell’alunna della prima classe con grave disabilità che gli era stata affidata, navigando in internet durante le ore di lezione, ma non certo per scopi didattici, consultando invece siti di area venetista- indipendentista.
«Una condotta di deliberata indifferenza e trascuratezza» nei confronti della piccola aveva contestato la procura; «disinteresse delle attività didattiche..», «rendendo dolorose e mortificanti per la minore le relazioni con lui, al punto che l’alunna in concomitanza con i giorni di lezione con il docente si gettava a terra dicendo “maestro no”» riportava il capo di imputazione. Ma non c’erano prove a carico dell’insegnante come ha evidenziato il suo legale, Andrea Balbo, che aveva chiesto un processo con rito abbreviato, che prevede in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena. Perché – è il ragionamento della difesa nessuno si era mai lamentato o aveva segnalato qualche anomalia nel comportamento del docente e perché S.V. era stato spostato di plesso ad insegnare, e sottoposto ad un procedimento disciplinare, solo dopo che era scoppiato «il caso». Il pubblico ministero Maria Elena Pinna, convinta invece che i maltrattamenti ci fossero stati, aveva chiesto una condanna ad un anno e sei mesi. Ma l’accusa per il giudice non reggeva e così ieri è arrivata l’assoluzione, per la grande soddisfazione del docente.
«Gli è stata restituita la sua dignità» il commento della difesa. Stupita invece la mamma della piccola con sindrome di down che, dopo essersi rivolta al dirigente scolastico, aveva presentato denuncia in procura, raccontando tra le lacrime di come sua figlia «si buttava a terra e batteva i piedi quando sapeva che sarebbe stata affiancata da quell’insegnante, dicendo “maestro no, maestro no”».
Di come fosse regredita secondo gli educatori. «Siamo allibiti, esamineremo con molta attenzione le motivazioni della sentenza» il commento del suo legale, Anna Zanini, che aveva chiesto per la sua assistita un risarcimento di 20mila euro. La mamma si era presentata già in ottobre 2016, poche settimane dopo l’inizio dell’anno, al dirigente scolastico, lamentando il fatto che sua figlia non era seguita con l’attenzione dovuta, raccontando che la piccola non ne voleva sapere di andare a scuola sapendo che avrebbe fatto lezione con quell’insegnante. E a distanza di mesi si è rivolta ai carabinieri della procura.
«Solo allora ho trovato qualcuno disposto ad ascoltarmi, per mesi mi sono sentita sola, abbandonata, mi dicevano tutti che sbagliavo» sono ancora parole della donna. Allora i militari, che avevano trovato la collaborazione della dirigenza scolastica, avevano lavorato per mesi al caso, anche con appostamenti, a raccogliere testimonianze ed elementi che confermassero quanto la madre, disperata, insisteva a sostenere.
Le reazioni La famiglia si dice allibita: ora esaminerà bene le motivazioni della sentenza