Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pronti, via: tensioni sul Senato E Casellati rimane in corsa
Presidenze, Lega e Forza Italia sono ai ferri corti
La partita sulle presidenze di Camera e Senato si complica pesantemente. Al termine di una giornata convulsa, il colpo di scena lo ha prodotto la Lega: ordine via chat di Matteo Salvini e alla seconda votazione a Palazzo Madama il Carroccio mette nell’urna il nome di Annamaria Bernini (Forza Italia), disobbedendo all’indicazione di Silvio Berlusconi, coriaceo più che mai su Paolo Romani. «Salvini vuole rompere l’alleanza», tuona a stretto giro di posta Renato Brunetta. «No, abbiamo superato l’impasse», gli replica il leghista Lorenzo Fontana . Resta il fatto che qualche frizione nel centrodestra si è consumata, con il risultato che, apparentemente impallinati Romani e Bernini, oggi potrebbe spuntarla un candidato di mediazione, in questo caso Maria Elisabetta Alberti Casellati, padovana, molto vicina a Nicolò Ghedini, l’avvocato del leader azzurro e, proprio per questo, uomo molto ascoltato in Forza Italia. Casellati, sulla quale non ci sarebbero preclusioni da parte leghista, è anche componente del Csm. A suggello dell’ipotesi che possa giocarsi carte importanti per la poltrona di seconda carica dello Stato c’è il fatto che il suo cellulare ieri suonava a vuoto, quasi le fosse stato suggerito di starsene zitta e non farsi tentare dal dichiarare alcunché.
Certo, la carta Casellati potrebbe mettere d’accordo tutti al Senato, anche se è indubbio che ieri sera una certa implosione all’interno del centrodestra ci sia stata. Del resto - dice un vecchio lupo di mare piddino - c’era da aspettarselo, visto che Salvini non aveva capito che la vera campagna elettorale Berlusconi la fa dopo il voto, non prima». Se la notte porterà consiglio e il centrodestra si ricompatterà su un nome diverso da Romani e Bernini, lo sapremo solo oggi. In quel caso con il M5S il dialogo si potrà riaprire. «Il nostro no era su Romani», assicura uno dei fedelissimi veneti di Di Maio. «Non si poteva accettare un condannato alla presidenza del Senato». E il candidato alla Camera continuerà a essere Roberto Fico, con il trevigiano Riccardo Fraccaro pronto a subentrargli se qualcosa andasse storto.
Il Pd, nel frattempo, sarebbe già pronto a entrare in scena in caso di necessità (rottura nel centrodestra e dialogo dem-grillini). Per la Camera circola il nome di Graziano Delrio, anche se i renziani - dicono i soliti bene informati non lo voterebbero. Vendette post voto sintomatiche di un partito non in salute. (a.s.)