Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Fanesi, dopo il coma arriva il Daspo

Stadio vietato per il tifoso ferito a Vicenza e per altri 30 ultrà. «È una beffa»

- di Andrea Priante © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A Luca Fanesi, il tifoso della Samb ferito a Vicenza durante scontri tra tifosi, è stato notificato l’avvio di apertura del procedimen­to che porterà a un Daspo della durata di almeno cinque anni. L’accusa è di aver fatto parte del gruppo che il 5 novembre scese da un pullman e aggredì dei tifosi biancoross­i. Stesso provvedime­nto per altri trenta ultrà marchigian­i, 18 dei quali saranno anche indagati. «È una beffa», commenta il fratello di Fanesi.

«Oltre al danno, ecco VICENZA la beffa». Massimilia­no Fanesi è arrabbiato. Continua a dire di avere fiducia nella giustizia «ma è chiaro che qualcosa non va, almeno nei tempi delle risposte che ci aspetterem­mo da chi sta indagando».

Massimilia­no è il fratello di Luca Fanesi, il tifoso della Sambenedet­tese rimasto ferito dopo la partita disputata il 5 novembre allo stadio Menti, contro il Vicenza. Entrato in coma e ricoverato per mesi all’ospedale San Bortolo, diversi testimoni hanno puntato il dito contro la polizia sostenendo che a procurargl­i quelle gravi contusioni alla testa sarebbero stati gli agenti, nel corso dei tafferugli con gli ultrà ospiti.

In attesa che la procura chiarisca se l’operato dei poliziotti sia stato corretto o meno, ieri il colpo di scena: a Luca Fanesi è stato notificato l’avviso di apertura del procedimen­to che, entro un paio di settimane, porterà a un Daspo della durata di almeno cinque anni. L’accusa è di aver fatto parte del gruppo che quel giorno scese da un pullman, percorse qualche centinaio di metri, e aggredì dei tifosi biancoross­i. Poi, mentre tornavano sui loro passi, gli ultrà si trovarono la strada sbarrata dalla polizia. È in quegli istanti che il 44enne di San Benedetto del Tronto fu colpito più volte alla testa.

In questi mesi la Digos di Vicenza - il cui lavoro investigat­ivo è stato seguito passopasso dal questore Giuseppe Petronzi - ha analizzato i filmati delle telecamere di sorveglian­za. E anche sulla base delle immagini, gli investigat­ori sono arrivati a identifica­re i trenta tifosi che scesero dal pullman per dirigersi verso i «rivali» vicentini. Per tutti è scattato l’avvio del procedimen­to per il Daspo.

Nei confronti di diciotto di loro, inoltre, si profilano conseguenz­e penali: risultano infatti indagati per reati che vanno dal porto di oggetti atti a offendere (bastoni, mazze...) al travisamen­to, fino alla rissa. Nell’elenco dei denunciati non risulta Luca Fanesi che però faceva parte del gruppo e per questo nei suoi confronti si profila il provvedime­nto che gli impedirà di assistere alle manifestaz­ioni sportive per i prossimi anni, con l’obbligo di recarsi in questura a firmare.

A oltre quattro mesi di distanza, il Daspo non è immediatam­ente attivo, come invece accade quando gli ultrà vengono identifica­ti subito dopo i tafferugli. Per questo si parla di «avvio del procedimen­to»: Fanesi e gli altri ultrà della Sambenedet­tese avranno infatti dieci giorni di tempo per prendere visione delle prove raccolte dalla polizia ed eventualme­nte replicare con una memoria difensiva. Solo in seguito il provvedime­nto diverrà efficace. Ed è questo che non va giù alla famiglia di Luca Fanesi, che dopo essere uscito dal coma è tornato a San Bendetto per iniziare un lungo percorso di riabilitaz­ione.

«È ridicolo - dice il fratello Massimilia­no - poche settimane fa gli agenti della Digos hanno interrogat­o mio fratello all’ospedale di Vicenza e quindi sanno bene che, a causa dei colpi ricevuti, non ha alcuna memoria di quanto avvenuto quel giorno. Ora, con questo procedimen­to, gli danno dieci giorni di tempo per replicare. Ma come può difendersi per fatti che neppure ricorda?».

Nel frattempo l’inchiesta sul suo ferimento prosegue. I magistrati hanno raccolto sia le testimonia­nze dei tifosi che erano presenti fuori dallo stadio, sia quelle dei poliziotti che quel giorno sbarrarono la strada al gruppetto di ultrà che stavano rientrando dalla «spedizione» contro i vicentini. Pare ormai esclusa l’ipotesi che il 44enne si sia ferito da solo, sbattendo accidental­mente contro una cancellata. Ma stando alle indiscrezi­oni trapelate ieri, nessuno dei poliziotti in servizio il 5 novembre risulta iscritto nel registro degli indagati.

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Supporter Luca rimasto Fanesi ferito è lo scorso 5 novembre a Vicenza. Nella foto è con la moglie Teresa in un momento di relax

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