Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Treviso, nasce la lista Gentilini-Zaia l’ex sindaco firma la pace con la Lega
Da Re: «Soluzione di buon senso». Il «nemico» Coin: «Così mandiamo a casa il Pd»
Rompe ogni schema TREVISO leghista, una lista Zaia-Gentilini: il governatore e lo sceriffo avranno i loro nomi sulla scheda elettorale delle elezioni amministrative di Treviso, in una lista a sostegno del candidato sindaco del Carroccio e centrodestra Mario Conte. Era l’unico modo per ricompattare le truppe e anche chi non ama scendere a compromessi ha dovuto cedere per tentare l’assalto a quel Comune guidato per vent’anni e perso proprio da Gentilini contro il Pd di Giovanni Manildo cinque anni fa. «Si tratta di un accordo importante per il futuro politico della città. Una soluzione di buonsenso che unisce tutte le componenti del movimento – ha spiegato Gianantonio Da Re, segretario nazionale -. La Lega compatta ha un solo obiettivo: arrivare alla vittoria alle prossime elezioni».
La riunione di ieri sera al K3, sede del Carroccio, era attesa da settimane per mettere la parola fine a una discussione lunga mesi, anzi anni. Giancarlo Gentilini, 90 anni, l’ex sindaco sceriffo, era in rotta col partito dopo aver lanciato strali contro le segreterie, pronto a spaccare definitivamente con una sua lista. Poi è arrivato il governatore Luca Zaia: ha proposto a Genty di entrare nella lista con la quale avrebbe sostenuto Conte. Con il nome di entrambi, garantendo posti in lista ai gentiliniani. Per la Lega era stata un’intromissione difficile da digerire, era una questione di partito, ma al presidente della Regione è difficile dire di no.
Così, nonostante la netta contrarietà della base leghista e dei vertici, è passata la linea del compromesso impensabile. «In piena battaglia, per buttare al macero la dittatura comunista, vincere e vinceremo», ha detto sorridente a fine serata l’ex sceriffo.
Alla riunione, oltre a Zaia, Da Re e Gentilini (sarà capolista) accompagnato dai suoi fedelissimi Basso e Zampese, c’erano i segretari provinciale Dimitri Coin e comunale Massimo Candura, il padre fondatore Gian Paolo Gobbo, alti graduati leghisti e ovviamente Conte. «È stato un confronto positivo – ha detto il candidato sindaco -. Ha prevalso la responsabilità, ora parliamo di visione di città, è quello che ci chiedono i cittadini».
«Il contributo che questa lista darà alla prossima tornata elettorale sarà importante per spodestare Manildo e mandare a casa il Pd – hanno detto in una nota i segretari -. E solo il voto dei cittadini detterà le regole per la composizione della squadra». Insomma, mentre i gentiliniani chiedevano rassicurazioni sui posti nell’eventuale giunta, la Lega ha detto: si vedrà. Resta il fatto che una lista coi nomi di Zaia e Gentilini a Treviso può davvero raccogliere ad ampie mani, anche sulla lista leghista.
La storia di Gentilini è stata sotto i riflettori mediatici per vent’anni: primo sindaco leghista di Treviso nel 1994, in carica per dieci anni, per altri dieci vicesindaco di Gobbo. Uomo di popolo dai toni spesso violenti e razzisti, ha però ascoltato le voci della città ricavandosi l’immagine dell’amministratore concreto; è il suo nome che «tira», capace di conquistare voti ai quali la stessa Lega, nonostante il boom delle politiche (primo partito in città col 27%, 41,5% la coalizione di centrodestra) ha deciso di non poter rinunciare. Alle comunali del 2013 la Lega aveva preso l’8,2%, la lista Gentilini il 20%. Proporzioni simili oggi sono impensabili ma andare separati sarebbe stato un rischio. Stavolta il K3 ha abbassato la testa.