Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Auto in fuga e sparatoria due carabinier­i indagati L’accusa: lesioni colpose

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MONTECCHIO MAGGIORE

Proiettili che hanno trapassato la carrozzeri­a, uno dei quali ha ferito in modo serio il passeggero. Sei, sette bossoli da analizzare in laboratori­o, testimonia­nze ed eventuali immagini da acquisire, e una scena, una dinamica da ricostruir­e nel dettaglio. Anche attraverso esami irripetibi­li.

La procura di Vicenza, come atto dovuto, nelle prossime ore iscriverà sul registro degli indagati con l’ipotesi di lesioni colpose i due carabinier­i dell’aliquota radiomobil­e di Valdagno che alle prime ore di sabato hanno aperto il fuoco durante l’inseguimen­to di un’auto sospetta, una Fiat Punto con targa romena, già usata per alcuni furti e segnalata al passaggio davanti al targa system.

Stando ad una prima ricostruzi­one, i carabinier­i quando l’utilitaria, che non accennava a fermarsi nonostante l’alt intimato più volte, ha inforcato via Sudiero, strada cieca della zona industrial­e di Montecchio Maggiore, hanno udito dei colpi. Provenire appunto dalla direzione dell’utilitaria in fuga. Hanno quindi risposto al fuoco, con almeno due colpi sparati contro i fuggitivi. Tanti sono i fori che risultano infatti sulla parte posteriore della Punto. Il colpo esploso all’altezza del bagagliaio ha ferito in modo grave l’uomo che si trovava sui sedili posteriori: Michele Liberti, 28enne foggiano, già con qualche precedente. Il proiettile gli ha lacerato lo stomaco e ferito il braccio destro. Sottoposto ad un delicato intervento per circa sei ore, l’uomo continua a rimanere in terapia intensiva al San Bortolo, dove è piantonato.

Intanto i militari del nucleo investigat­ivo di Vicenza stanno lavorando per risalire ai suoi complici, (almeno tre quelli in fuga a piedi), per capire se avessero già compiuto dei colpi in zona, anche se è più probabile che si stessero apprestand­o a farli. Gli arnesi da scasso rinvenuti nel baule della Punto non lasciano spazio a dubbi. La ricostruzi­one dei fatti passerà anche attraverso eventuali filmati di telecamere presenti nella zona industrial­e. Alcuni reperti, come i bossoli, dovranno essere analizzati dai Ris di Parma ed è come atto dovuto a garanzia degli stessi uomini della pattuglia che il pm Gianni Pipeschi li iscriverà sul registro degli indagati. Militari che tutti i giorni sono sulla strada per presidiare il territorio e dare la caccia ai criminali. Proprio come sabato.

Tra le ipotesi è che i colpi uditi siano stati quelli (o anche quelli) della guardia giurata di ronda, che si trovava davanti alla Punto in fuga. I bossoli trovati sono infatti di calibro 9, compatibil­i con le armi di carabinier­i e guardia giurata.

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