Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Candidatura tardiva E noi del Coni Veneto non siamo stati coinvolti»
«Non abbiamo fatto squadra e adesso partiamo sfavoriti». Così il presidente del Coni regionale Gianfranco Bardelle. L’aria che tira non è delle migliori: «Il governatore Luca Zaia non ci ha mai convolti, abbiamo saputo tutto dai giornali, un’assurdità — dice il capo dello sport del Veneto —. E allora possibile che dobbiamo fare sempre i polentoni noi?»
VENEZIA recapitata La lettera in di extremis «interesse» a Roma, già infiocchettato quando il il Coni pacchetto aveva Milano-Torino. veneto Luca E Zaia il governatore che ora sbatte i pugni pari sul trattamento tavolo, pretendendo per Gianfranco la «sua» Cortina. Bardelle, lei è il presidente del Coni del Veneto. Che idea si è fatto della vicenda?
«Che secondo me la Regione è poco attenta allo sport e al Coni. Lo sport qui in Veneto viene fatto da 160mila volontari, seconda regione in Italia. Ma non si fa squadra». Cosa intende?
«Bisognerebbe sapere, per esempio, che ci sono un Coni regionale e una Federazione regionale degli sport invernali. Le pare possibile invece che noi abbiamo dovuto apprendere della candidatura del Veneto dai giornali?»
Vuole dire che la Regione non vi ha coinvolto nella partita della candidatura di Cortina alle Olimpiadi 2026?
«No, mai. Diciamo che, siccome si parla di sport, personalmente potevo anche interessarmi, dare una mano, fare una dichiarazione. Ma se questo non viene richiesto...» E come ci è rimasto?
«Male, ovviamente. Anche perché credo che il Veneto, assieme al Trentino e all’Alto Adige avrebbe meritato di organizzare i Giochi invernali. I nostri atleti sono i migliori. E invece siamo stati scartati a favore di Milano...». Cosa si doveva fare?
«Vorrei dare un consiglio a Zaia. Per esempio, un colloquio con il presidente nazionale del Coni, Giovanni Malagò, non ci stava male. Cioè: fai la domanda formale di candidatura ma contemporaneamente chiedi almeno un incontro ufficiale...». E invece...
«Vuole sapere? Malagò era venuto qui in Veneto lo scorso 15 gennaio, per la nostra festa. Quella poteva essere l’occasione per parlarne di persona. Avevo invitato io Zaia, ma non è venuto. C’era l’assessore regionale Cristiano Corazzari, ma Zaia no. Si sottovalutano le istituzioni...».
Da Roma dicono che, mentre Milano e Torino lavoravano alla candidatura da mesi, il primo atto ufficiale del Veneto è stata la lettera di ieri. Le pare possibile?
«Ripeto, da quanto ne so ci sono state soltanto dichiarazioni sui giornali. Io ho saputo dell’interesse di Cortina, come capofila di una candidatura delle Dolomiti, dal mio collega presidente Coni di Bolzano. Una cosa assurda. Il nostro governatore è bravissimo, non lo metto in dubbio. E so che ha mille problemi a cui far fronte; ma diciamo che qui c’è stata poca attenzione».
Secondo lei Cortina ha ancora possibilità di rientrare in gioco?
«Ho paura che questa partenza favorisca Milano. Ovviamente faccio il tifo per Cortina e se avrò occasione di parlarne con Roma lo ribadirò, perché ce le meritiamo. Ma ci vuole la volontà politica. Possibile che dobbiamo essere i soliti polentoni?».
Si dice che Cortina non abbia le strutture adeguate per ospitare un appuntamento come quello delle Olimpiadi. È così?
«Da sola Cortina non ce la può fare, questo è certo. Ma la “Regina” nel 2021 ospiterà i mondiali e certe strutture le dovrà avere. E poi dovranno soccorrere Trento e Bolzano: l’idea di andare insieme era ed è ottima. Oggi però la cosa che mi spaventa è un’altra...». Quale?
«Mi auguro di cuore che Cortina non perda l’occasione dei Mondiali di Sci. Perché adesso sono terrorizzato dai ritardi».