Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Liceo sotto choc, sesso con l’allieva arrestato il prof Scuola perquisita

- Giacomo Costa Nicola Zanetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Avrebbe avuto una relazione con una VICENZA studentess­a minorenne. E con lei avrebbe fatto sesso. L’insegnante di un liceo del Vicentino è stato per questo denunciato e arrestato con l’accusa di violenza sessuale. Perquisita la scuola. I colleghi del prof: «Un fulmine a ciel sereno, mai sospettato nulla».

«Mi FOSSALTA DI PIAVE (VENEZIA) hanno messo le braccia dietro la schiena e mi hanno chiuso i polsi con le fascette da elettricis­ta, strettissi­me. Poi mi hanno spinta a terra e mi hanno detto di stare ferma e zitta. Ho pensato di tutto: non si sa mai come possono comportars­i queste persone». Rosanna Benedet, 60 anni, giovedì sera si è trovata faccia a faccia con tre rapinatori, entrati chissà come nella sua villetta a Fossalta di Piave. Sola a casa, intorno alle 20 è stata sorpresa da individui con calze di nylon sul viso, scarpe da ginnastica e guanti. Hanno agito senza esitazione, bloccandol­e le braccia; poi l’hanno spinta a terra con violenza, tanto da lussarle una spalla, causandole una microfratt­ura giudicata guaribile in due mesi.

Distesa a terra, Rosanna è stata imbavaglia­ta con il nastro adesivo e minacciata con un coltello dalla lama seghettata: «Mi hanno detto di stare ferma e zitta, erano sicuri che in casa ci fossero quattro cassaforti». Lei ha consegnato le chiavi dell’unica cassetta blindata presente, ma ci è voluto del tempo prima che i malintenzi­onati si convincess­ero che non c’era altro nascosto nelle stanze. Solo uno dei tre parlava italiano, gli altri hanno pronunciat­o solo poche parole, in una lingua che all’ostaggio è parsa dell’est Europa. «Il più grosso mi è sembrato il più cattivo. Dicevano che se non stavo buona mi avrebbero picchiata. Io pensavo a mio marito, avevo paura di come potesse reagire se fosse rientrato in quel momento a casa e di come avrebbero risposto loro». In un quarto d’ora i rapinatori hanno messo sottosopra la casa, poi hanno preso gioielli e, sembra, orologi, mettendo insieme un bottino di circa 10mila euro.

Infine sono scappati dalla porta principale, sparendo nella notte e lasciando Benedet sola a terra, ancora legata. «Ho cercato di tirarmi su, di andare a gattoni verso il divano, anche se il braccio mi rendeva difficile muovermi. Dopo circa mezz’ora è entrata in casa mia nuora, che mi ha soccorsa». I ladri devono aver tenuto d’occhio quella casa sull’argine a lungo: non può essere un caso che abbiano deciso di colpire quando la villetta era quasi vuota e una settimana dopo la morte del massiccio pastore tedesco che per anni ha pattugliat­o il giardino. Eppure la famiglia di imprendito­ri — padre e figlio gestiscono una ditta ad Oderzo — ancora fatica a capire come abbiano fatto a introdursi. «Devono aver dato un calcio alla porta di servizio — insiste la donna — anche i carabinier­i, giovedì sera, si domandavan­o come avessero fatto». Ancora sconvolta, la signora lancia un appello: «Bisogna fare qualcosa, sono situazioni terribili: trovarsi tre estranei in casa, che fanno ciò che vogliono, senza timore delle conseguenz­e. Un incubo».

Spaventati i parenti, che ieri hanno raggiunto Fossalta di Piave partendo da Vicenza. «Ormai in tutta Italia è la stessa storia — ha detto il cognato — dobbiamo abituarci: la nuova normalità è questa». L’episodio, non il primo a Fossalta, ha alzato la tensione nel vicinato, che presto potrebbe decidere di organizzar­e gruppi di controllo come in altre zone della cittadina.

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