Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Lo schiaffo? Ho allargato il braccio per indicare gli orari e ho chiesto scusa»

- di Alessandro Macciò

«Quale schiaffo. Ho allargato il braccio per indicare gli orari, non ho fatto apposta a colpire l’onorevole. Ho chiesto scusa». Parla il profugo accusato dalla leghista Covolo. Fb oscura Bitonci.

Fisico possente, labbra PADOVA pronunciat­e, riccioli corti nascosti sotto al cappellino nero.

E’ quasi l’una quando Rachid esce dal Despar della Stazione con un amico accanto e una lattina di birra in mano: «Sì, quell’uomo sono io», dice in inglese davanti alla foto scattata e pubblicata su Facebook giovedì sera dall’ex sindaco di Padova Massimo Bitonci, che lo accusava di aver colpito con uno schiaffo la deputata vicentina Silvia Covolo proprio mentre camminava in Stazione. Ieri il social network di Mark Zuckerberg ha ricevuto una segnalazio­ne e ha rimosso sia il post che la foto, ma i due leghisti hanno confermato tutto e hanno pure rincarato la dose: «Io e Germano Racchella - dice Bitonci, che tornava da una trasferta a Roma con altri deputati del Carroccio - siamo usciti dalla Stazione e a un certo punto l’onorevole Covolo è corsa verso di noi, dicendo che aveva preso uno schiaffo in faccia da un ragazzo di colore che poi ci è venuto incontro con il cappellino in mano e ha chiesto scusa in maniera confusa.. Era visibilmen­te alterato, probabilme­nte anche drogato».

L’epilogo è rocamboles­co: «L’onorevole Covolo era scossa e gli ha detto solo che queste cose non si fanno, mentre io gli ho intimato di fermarsi, gli ho fatto una foto, ho chiamato la polizia e a quel punto è scappato». Giovedì sera Bitonci e Covolo si sono limitati a segnalare l’accaduto ai vigili, ma ieri la deputata vicentina ha rotto gli indugi e ha sporto denuncia per percosse ai carabinier­i: «Ero rimasta un po’ indietro perché stavo trascinand­o il mio trolley, non ho provocato nessuno e mi sono sentita colpire da uno schiaffo - racconta prima di entrare in caserma -. Appena mi sono voltata ho visto tre individui che mi hanno derisa, mi hanno raggiunta, si sono tolti il cappellino come se volessero chiedere soldi e se ne sono andati solo quando Bitonci ha minacciato di chiamare la polizia. Se non fossi stata con i miei due colleghi non so come sarebbe andata a finire, perché la strada che porta al parcheggio è abbastanza isolata». «Sì, quell’uomo sono io», ripete Rachid, profugo ghanese di 22 anni che ha vissuto all’hub di Bagnoli e sei mesi fa si è trasferito a Padova, dove divide un appartamen­to con altri migranti e frequenta i corsi della cooperativ­a che lo segue. Scoprendo con stupore di essere finito sui giornali, Rachid accetta di parlare: «Passo spesso in Stazione per andare a fare la spesa all’African market», si giustifica. E la sua versione è molto diversa da quella di Bitonci: «Ho alzato il braccio verso il tabellone per indicare l’orario del treno a un amico in partenza per Bologna, l’ho allargato proprio mentre passava quella donna e l’ho colpita per sbaglio, senza alcuna intenzione di farle male». Insomma, sarebbe tutto un malinteso. E nemmeno l’unico: «Subito dopo - continua Rachid - mi sono avvicinato, ho tolto il cappello e mi sono inginocchi­ato per chiedere scusa: la donna mi ha detto che andava bene così, mentre l’uomo (Bitonci, ndr) ha detto che scusarsi non bastava, ha preso il cellulare e mi ha scattato una foto senza chiedere permesso». E’ proprio per questo che ora Rachid valuterà con la cooperativ­a se sporgere una controdenu­ncia per violazione della privacy.

Fin qui le due campane. All’appello manca solo la «Var»: le telecamere della Stazione, infatti, non avrebbero ripreso l’istante dello schiaffo (secondo i due leghisti) o dell’urto fortuito (secondo Rachid). Nelle immagini della videosorve­glianza ci sarebbe un buco: da un lato si vede la Covolo che scende dal treno e va verso l’uscita della Stazione, dall’altro Rachid nell’atrio con alcuni amici. A questo punto i protagonis­ti escono dall’inquadratu­ra e rientrano solo quando il fattaccio è già avvenuto, con Rachid che chiede scusa e Bitonci che scatta la foto. Le indagini sono in corso, mentre Bitonci punta il dito contro il sindaco Sergio Giordani e parla di degrado. Se non altro non finirà come nel 2015, quando il leghista Roberto Marcato riconobbe un marocchino ladro di biciclette durante una diretta tv. «Mi hanno pagato per comparire davanti alle telecamere», disse lui qualche giorno dopo.

Rachid/1 Ho alzato il braccio per indicare l’orario del treno a un amico in partenza, l’ho allargato mentre passava quella donna e l’ho colpita per sbaglio Rachid/2 Subito dopo mi sono avvicinato, ho tolto il cappello e mi sono messo in ginocchio per chiedere scusa. Non volevo farle male

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 ??  ?? Profugo Rachid, 22 anni del Ghana, ha vissuto nell’hub di Bagnoli e sei mesi fa si è trasferito a Padova, dove è seguito da una cooperativ­a
Profugo Rachid, 22 anni del Ghana, ha vissuto nell’hub di Bagnoli e sei mesi fa si è trasferito a Padova, dove è seguito da una cooperativ­a

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