Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Centrodestra, non c’è l’unità Lega e FI insistono: Mantovani
Candidato sindaco, summit con FdI dopo Pasqua. Malumori nel Carroccio
VICENZA
Nuovo vertice, nuovo rinvio, stallo totale. Ma nel frattempo la candidatura di Fabio Mantovani inizia a consolidarsi. Ci vuole poco a riassumere l’esito dell’incontro di ieri fra i responsabili veneti dei partiti di centrodestra ovvero Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia-Udc: rimane tutto come prima. L’unica novità è quella arrivata da Roma, che fissa la data del voto per le Comunali al 10 giugno prossimo.
Nella città del Palladio molti candidati sono già in campo (ad oggi sono 6 i contendenti a Palazzo Trissino) ma resta da sciogliere il nodo che riguarda il centrodestra, al momento diviso su 2 nomi: Francesco Rucco (FdI e sei liste civiche) e Fabio Mantovani (Lega e Forza Italia). A parole tutti i partiti chiedono di presentarsi uniti dietro un unico candidato pertanto il vertice di ieri - il secondo dopo quello di lunedì scorso - serviva proprio allo scopo. Ma il traguardo, almeno per Vicenza, è svanito e le posizioni rimangono congelate fino alla prossima settimana, quando è previsto l’ennesimo summit.
Eppure, a sentire le voci dei protagonisti l’incontro sarebbe andato «bene». In sostanza, a Forza Italia toccava fare il nome del candidato «unitario», in virtù di un accordo siglato con la Lega a livello regionale e che riguarda anche la città di Treviso (l’altro Comune capoluogo al voto). I forzisti si sono presentati al tavolo con il nome di Mantovani, ovvero l’attuale candidato, non condiviso da FdI, mal digerito da un pezzo della Lega e criticato nei mesi scorsi pure da qualche voce interna a Forza Italia (una su tutte quella di Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro). Ma tant’è: «Il candidato per noi è Mantovani - dichiara il coordinatore regionale di FI, Adriano Paroli - ma visto che la data del voto è fissata a giugno ci prendiamo qualche giorno in più. Dovremo lavorare per mettere insieme le quattro forze politiche in tutti i Comuni più grandi. Poi, potranno esserci eccezioni, ma sulle situazioni principali dovremo stare tutti assieme».
Il riferimento alle «eccezioni» riguarda la possibilità di correre divisi al primo turno, che a parole tutti i partiti rifuggono, ma che si fa ogni in giorno più concreta. Anche perché ad ostacolare gli «alleati» pare essere proprio il nome di Mantovani. Lui stesso segnala che qualche ruggine da togliere c’è ancora: «Fino a che non si farà chiarezza starò in silenzio» dichiara.
La Lega, dal canto suo, rispetta l’accordo, ma non prima di aver chiesto (ieri) l’indicazione di un altro volto, visto che i mal di pancia nel Carroccio vicentino permangono. Infine ci sono «Noi con l’Italia», che non ha ancora sciolto le riserve, e Fratelli d’Italia, che invece prende tempo: «Attendiamo chiarimenti riguardo alla posizione ufficiale di Forza Italia - dichiara il coordinatore regionale, Sergio Berlato - dove vediamo ancora incertezza rispetto allo stesso nome di Mantovani. Lavoreremo per una convergenza, ma se non si raggiungesse una posizione condivisa, ci ritroveremo uniti al secondo turno».