Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Dal caso bracciali ai driver Quel nuovo universo in cerca di regole e diritti
La Cgil «Non vogliamo fermare l’innovazione, ma servono regole»
Braccialetti e sistemi di controllo tecno-piramidali per chi sta dentro, lo spauracchio del licenziamento per chi sta fuori e per chi, anche in queste settimane, con la sola «colpa» di appartenere al mercato tradizionale, si è ritrovato ad organizzare picchetti in Regione. Il mondo lavorativo dell’ecommerce è giovane, eppure ha già un curriculum denso di piccole battaglie su diritti (in gran parte) tutti da discutere, di dibattiti su quanto sia giusto controllare i dipendenti, sui loro orari e sui rischi di correre troppo in fretta per i vicoli della città con l’unico input della consegna dell’ultimo pacco.
Sindacati e lavoratori sollecitano una riflessione: l’espansione multinathional confezionata dietro un call center dovrebbe tornare ad avere, forse, un semplice ufficio per il personale e per ciò che ha da raccontare.
La questione braccialetti è solo uno dei temi che poco più di un mese fa ha gettato sul tavolo la foto di un futuro insidioso che va ritoccata finché si è in tempo. «La tecnologia non è neutra, va gestita - ha ricordato in quell’occasione fa Christian Ferrari, della Cgil Veneto -. Noi non siamo fra quelli che vogliono fermare l’innovazione, ma è evidente che quando si parla di strumentazioni di lavoro, proprio per evitare che siano surrettiziamente usate per altre ragioni c’è bisogno di un confronto trasparente e aperto e soprattutto una contrattazione». E poco prima del caso Amazon, il Veneto aveva vissuto un’altra insurrezione legata al sistema di controllo dei dipendenti con dispositivo al braccio: alla «Dab» di Mestrino l’iter è stato bloccato da operai e sindacalisti: lo smartwatch (a detta dei vertici utile a monitorare, comunque, anche l’aspetto sicurezza) non si è ancora attivato, anche se l’azienda sta pensando al compromesso degli Ipad.
E gli stessi diritti, ora, vengono sollecitati da chi, tutti i giorni, corre nelle stradine rincorrendo compratori che spesso, sempre più spesso, alla prima consegna non ci sono nemmeno: i famosi driver. «Vogliamo una nuova normativa nazionale sui trasportatori - sollecitano i sindacalisti - siamo rimasti fermi al 2013 quando ancora la figura del driver non era contemplata. Si devono far rispettare le otto ore, non la quantità di merce consegnata».
Nel mirino delle authority finisce anche l'eccessivo volume di pacchi che gira nel nostro Paese; nata come realtà di servizi postali, infatti, ora la società viene «invitata a regolarizzare la propria posizione» alla luce dell'indotto attuale.
Nel frattempo, prosegue la conquista del Veneto: a Vigonza Amazon ha quell’«ultimo miglio» (stabilimento da 7,400 metri quadri in 20 mila metri quadri di area), c’è poi il polo di Villamarzana (opera tramite Geodis) con 44 mila metri quadri di capannoni, mentre a breve, un altro colosso, Zalando, aprirà a Nogarole (Verona) un centro logistico: si parla di una zona di 130mila metri quadri.