Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Uil, confermata Chisin «Denatalità, nel 2037 settemila alunni in meno»
Denatalità, nel Vicentino le culle sempre VICENZA più vuote potrebbero tradursi, da qui al 2037, in una riduzione degli iscritti alle scuole superiori pari al 16,8%. L’allarme è stato lanciato ieri al congresso provinciale del sindacato Uil, che ha riconfermato al vertice per altri quattro anni la segretaria Grazia Chisin.
In provincia – con 865.082 residenti l’anno scorso – il calo demografico da due anni è dello 0,3 per cento. «Gli interventi di bonus “a spot” devono lasciare il posto a politiche continuative. Non è una colpa fare figli, anzi i figli sono un valore sociale» ha commentato preoccupata Chisin nella sua relazione, toccando questo tema oltre a quelli dell’occupazione, del welfare e dell’andamento economico in generale. Sull’argomento l’agenzia Lan (Local Area Network) ha elaborato per la Uil una serie di proiezioni provinciali. Se nel 2013 gli iscritti alle scuole superiori di Vicenza erano in tutto 43.535, la previsione è di una sostanziale tenuta per 15 anni, fino al 2027. Guardando al 2037, la flessione diventa vistosa: si prevede che il numero di iscrizioni scenda a 36.212, con un calo di fatto omogeneo nei centri di formazione professionale, nei licei, negli istituti tecnici e professionali. La variazione stimata è invece più forte in alcune parti della provincia – meno 30,2 per cento di iscritti nell’Alto Vicentino, meno 14,8 per cento a Vicenza – mentre è più contenuta nel Bassanese (meno 5,6 per cento) e Basso Vicentino (meno 8,2 per cento). «Anche nel dibattito sindacale si deve iniziare a ragionare di questo problema – osserva Luca Romano, il ricercatore che ha elaborato i dati –, è la prima volta dal Dopoguerra che la popolazione provinciale diminuisce. Il calo di natalità è un fenomeno che ormai colpisce oltre alle famiglie italiane anche quelle di stranieri e si aggiunge allo spostamento all’estero di immigrati che lavoravano qui. Inizialmente l’effetto sulle scuole si vedrà alle elementari e alle medie, poi anche nelle superiori con uno scenario via via sempre peggiore».