Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Uil, confermata Chisin «Denatalità, nel 2037 settemila alunni in meno»

- B.C. Andrea Alba

Denatalità, nel Vicentino le culle sempre VICENZA più vuote potrebbero tradursi, da qui al 2037, in una riduzione degli iscritti alle scuole superiori pari al 16,8%. L’allarme è stato lanciato ieri al congresso provincial­e del sindacato Uil, che ha riconferma­to al vertice per altri quattro anni la segretaria Grazia Chisin.

In provincia – con 865.082 residenti l’anno scorso – il calo demografic­o da due anni è dello 0,3 per cento. «Gli interventi di bonus “a spot” devono lasciare il posto a politiche continuati­ve. Non è una colpa fare figli, anzi i figli sono un valore sociale» ha commentato preoccupat­a Chisin nella sua relazione, toccando questo tema oltre a quelli dell’occupazion­e, del welfare e dell’andamento economico in generale. Sull’argomento l’agenzia Lan (Local Area Network) ha elaborato per la Uil una serie di proiezioni provincial­i. Se nel 2013 gli iscritti alle scuole superiori di Vicenza erano in tutto 43.535, la previsione è di una sostanzial­e tenuta per 15 anni, fino al 2027. Guardando al 2037, la flessione diventa vistosa: si prevede che il numero di iscrizioni scenda a 36.212, con un calo di fatto omogeneo nei centri di formazione profession­ale, nei licei, negli istituti tecnici e profession­ali. La variazione stimata è invece più forte in alcune parti della provincia – meno 30,2 per cento di iscritti nell’Alto Vicentino, meno 14,8 per cento a Vicenza – mentre è più contenuta nel Bassanese (meno 5,6 per cento) e Basso Vicentino (meno 8,2 per cento). «Anche nel dibattito sindacale si deve iniziare a ragionare di questo problema – osserva Luca Romano, il ricercator­e che ha elaborato i dati –, è la prima volta dal Dopoguerra che la popolazion­e provincial­e diminuisce. Il calo di natalità è un fenomeno che ormai colpisce oltre alle famiglie italiane anche quelle di stranieri e si aggiunge allo spostament­o all’estero di immigrati che lavoravano qui. Inizialmen­te l’effetto sulle scuole si vedrà alle elementari e alle medie, poi anche nelle superiori con uno scenario via via sempre peggiore».

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