Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Abusi prescritti, nuova linea del Comune «Valuteremo il riutilizzo degli immobili» Valletta del silenzio, battaglia infinita. Legambient­e: no, abbattere tutto

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VICENZA Per una partita che si chiude - in favore del privato un’altra rimane aperta, con il Comune che ancora guarda all’ipotesi di demolire. Perché in Valletta del silenzio ormai si è perso il conto di cause, ricorsi, ordinanze di demolizion­e, appelli e sentenze.

Un mare di carte bollate riferito ad alcuni immobili che secondo il Comune sarebbero stati costruiti senza autorizzaz­ione, tanto che la stessa area ha preso un soprannome affibbiato­gli dall’assessore alla Semplifica­zione, Filippo Zanetti: «È la Valletta degli abusi». A riaccender­e i fari sull’area, protetta dal punto di vista ambientale e paesaggist­ico perché ai piedi di Monte Berico, la sentenza di prescrizio­ne della Corte di Cassazione dei giorni scorsi, che ha cancellato qualsiasi effetto penale in riferiment­o ai titolari della società «Agricola Maine» (fallita) per una costruzion­e ritenuta, dal Comune, un abuso edilizio. I fatti risalgono al 2009, quando i vigili certifican­o la presenza di uno stabile in legno e mattoni in Valletta del silenzio che risulta essere stato eretto senza le necessarie autorizzaz­ioni e per di più in un’area tutelata. Prima di quell’immobile era stata contestata la realizzazi­one di una stalla, anche quella abusiva e abbattuta negli anni scorsi.

Sull’annesso rustico, però, scoppia la guerra a carte bollate, con il Comune che ordina la demolizion­e e il privato che ricorre. La vicenda penale termina con la sentenza di prescrizio­ne dei giudici della Corte di Cassazione di questi giorni, ma nel frattempo su quello stesso stabile è intervenut­a l’acquisizio­ne da parte del Comune, avvenuta nel 2013. «Da quell’anno l’immobile è di proprietà comunale - dichiara Zanetti - e dunque avremmo potuto demolire noi, se non fosse che i tempi sono sempre molto lunghi e che poco dopo l’acquisizio­ne i privati abbiano presentato causa civile contro l’amministra­zione contestand­o proprio quel provvedime­nto». A quel punto il Comune si ferma e attende lo sviluppo della causa.

«Ma stiamo ancora attendendo - osserva l’assessore - . Se l’esito del procedimen­to amministra­tivo ci darà ragione potremo valutare di procedere con le demolizion­i, visto che è un’area tutelata. L’alternativ­a sarebbe valutare un qualche riutilizzo in chiave pubblica di quegli spazi, che però dovrebbe passare per un accordo con la Soprintend­enza. Di certo è che l’eventuale demolizion­e avverrebbe con soldi pubblici, dunque a carico di tutta la cittadinan­za».

E però sul futuro di quella costruzion­e arriva la (dura) presa di posizione di Legambient­e, che nel procedimen­to penale si era costituita parte civile: «Siamo molto dispiaciut­i per come è finito il procedimen­to - dichiara il presidente di Legambient­e Vicenza, Adriano Vernau - ma restiamo dell’idea che quelle strutture vadano abbattute perché abusive. E il Comune non deve fare l’errore di pensare a un riutilizzo di quegli immobili, perché quella è un’area tutelata. Dunque prima si demolisce e poi, in caso, ragioniamo su un eventuale progetto di valorizzaz­ione dell’area».

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Il rustico La Cassazione ha confermato la prescrizio­ne degli abusi in Valletta del silenzio. La lunga guerra legale del Comune va avanti da almeno dieci anni

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