Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Progest compra l’ex Fervet Zago: «Faremo magazzini»
CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) «È positivo che finalmente la Fervet abbia trovato un acquirente. Che poi sia un imprenditore del calibro di Bruno Zago ci fa ancor più piacere. Attendiamo di conoscere i programmi nella speranza che creino nuovi posti di lavoro». Così il sindaco di Castelfranco Veneto, Stefano Marcon, commenta all’indomani di una svolta storica per la città di Giorgione. La Fervet è passata nelle mani del patròn del colosso cartario Pro Gest, Bruno Zago. L’ha pagata 1,5 milioni di euro, appena sopra la base d’asta, per oltre novantamila metri quadri. Per altro c’è ancora una decina di giorni per possibili rialzi allo studio notarile Baravelli Bianconi Salice di Treviso. Al momento non ipotizzabili considerato che l’area è in stato di abbandono da anni e che le precedenti cinque aste erano andate deserte, facendo crollare il prezzo dai 5 milioni iniziali.
Lo stesso Zago per altro anticipa la sua idea di sviluppo dell’area, parte di un progetto logistico su rotaia e acqua. Zago da poco ha comperato anche gli ex stabilimenti della Velo ad Altivole e non ha mai nascosto di aver bisogno di un ampio magazzino. Dopo l’acqusizione della cartiera di Mantova, specializzata in carta da imballaggi: «Stiamo valutando di trasformare la Fervet in un enorme magazzino di stoccaggio - spiega -. Da lì potremo mandare in giro per l’Italia e l’Europa in treno il materiale: la ferrovia è vicina. Dalla cartiera di Mantova poi potremo muoverci via acqua dopo che avremo ristabilito il porto che dà sul lago. Appena avremo il via libera, lavoreremo al progetto che sarà pronto prima dell’estate».
Fervet (Fabbricazione e riparazione vagoni e tramway), fondata nel 1907 a Bergamo, apre lo stabilimento di Castelfranco nel 1908, tra le prime fabbriche italiane specializzate in carrozze ferroviarie. Dopo un secolo di lavoro, il tracollo aziendale iniziò nel 2009 c on una commessa da 900 carrozze tagliata da Trenitalia senza preavviso. L’azienda si ritrovò senza liquidità, i dipendenti (200 tra impiegati e operai) finirono in cassa integrazione e poi successivamente licenziati. Il fallimento nel 2013.