Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’avvocato è sempre più solo «Metodi di bassissimo livello ho diritto ad un po’ di rispetto»

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VICENZA «Trovo questo sistema dei segnali, di documenti approvati e nomi che escono diversi ogni giorno una cosa di bassissimo livello». Va giù duro Fabio Mantovani, ma non molla. Il candidato sindaco sostenuto da Lega e Forza Italia, già presidente dell’Ordine degli avvocati di Vicenza (si è dimesso a gennaio all’indomani della sua discesa in campo) e con un passato nel Cda di Ipab di Vicenza - nominato dal sindaco Achille Variati - resta in corsa. Nonostante gli attacchi, le critiche, i documenti che chiedono di appoggiare un altro nome. «Non sono stato io a scendere in campo da solo ma sono stati i partiti del centrodest­ra a chiedermel­o (il nome è stato indicato da Forza Italia e sostenuto dalla Lega), dunque me lo devono dire loro se devo fare un passo indietro o di lato. Se me lo chiederann­o, sono disposto a farlo, non è una questione personale ma esigo chiarezza». E però, oltre alle pretese, nelle sue parole Mantovani inserisce pure uno sfogo: «Io capisco che la politica abbia i suoi rituali, le sue liturgie afferma - ma tutti questi segnali che arrivano, con nomi che escono e documenti approvati, francament­e la trovo una cosa brutta, non mi piace, è una cosa molto piccola. Sembra che io sia il candidato di chissà chi, invece sono una persona seria, credo di aver diritto a un po’ di rispetto». Pure la visione della politica, per Mantovani, ne esce ridimensio­nata dal caos di queste settimane: «Ho sempre pensato che la politica potesse anche essere qualcosa che vola alto e che pensa agli interessi della gente - osserva l’avvocato - ma mi sto un po’ ricredendo. Staremo a vedere quel che succederà».

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In dubbio Fabio Mantovani

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