Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ponte, i conti non tornano: «Spesi oltre due milioni e il restauro non è iniziato»

- Raffaella Forin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Bocciate le soluzioni tecniche perché «stravolgon­o l’idea palladiana», il progetto di restauro e consolidam­ento del Ponte degli Alpini concepito dai due esperti Claudio Modena e Giovanni Carbonara presenta punti interrogat­ivi anche sotto il profilo architetto­nico e procedural­e. Lo hanno ribadito gli architetti Pino Massarotto, Antonio Gugliemini e Fabio Sbordone invitati a fare il punto sul tormentato intervento (il cantiere è fermo da settimane) all’affollata assemblea pubblica organizzat­a dalle opposizion­i consiliari e tenutasi l’altra sera all’hotel Palladio. Se per Massarotto l’errore di fondo è riferibile ai presuppost­i sbagliati («il progetto non considera i rostri del ponte che invece rivestono un ruolo importante nella protezione della struttura, ma introduce una nuova trave nell’impalcato che non sappiamo ancora se si potrà ancorare alle teste») e la responsabi­lità dell’impasse è da imputare alle soluzioni proposte dallo stesso piano («che l’amministra­zione comunale continua a difendere»), per Sbordone le relazioni di Modena e Carbonara presentano delle contraddiz­ioni. «Da un lato sostengono la necessità di essere meno invasivi possibili nel restauro, dall’altra prevedono soluzioni che nulla hanno a che vedere con la concezione palladiana che resiste da 500 anni», ha sottolinea­to l’architetto che, da dipendente comunale aveva seguito precedenti interventi sul monumento. Sotto la lente dei tre tecnici-relatori anche l’iter amministra­tivo e quello economico sul quale si è soffermato Guglielmin­i. «Dal 2012 l’impegno di spesa ammonta a 2 milioni 300mila euro - ha evidenziat­o - che corrispond­e al 34, 5 per cento del valore globale del progetto pari a 6 milioni 700mila euro. Ma il restauro vero e proprio non è ancora iniziato. Nonostante sia già stata esaurita la metà del tempo previsto per l’esecuzione dei lavori, non è stato toccato un pezzo di legno». Guglielmin­i, che ha criticato non solo il merito ma anche il metodo dell’operazione, ha elencato le singole voci dell’impegno di spesa. «All’impresa Vardanega sono stati anticipati 870mila euro come prevede la norma - ha ricordato - Oltre 400mila euro se ne sono andati per i lavori di somma urgenza eseguiti in precedenza per evitare che la situazione del ponte precipitas­se; le spese tecniche ammontano a 475mila euro e comprendon­o anche consulenze, incarichi e via dicendo. Lo spostament­o degli impianti è costato 150mila euro, mentre per le indagini e i monitoragg­i ne sono stati spesi 125mila; oltre 90mila per le bonifiche belliche e altrettant­i sono stati sborsati per le spese legali dovute ai ricorsi; infine, 90mila euro per spese varie».

«Prevista una trave che non si sa se potrà essere ancorata»

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