Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Balasso a Cannes L’attore polesano nel «Lazzaro felice»

L’attore polesano è tra i protagonis­ti del film di Alice Rohrwacher, uno dei due italiani in concorso. «Una vicenda di mondi differenti che però si intersecan­o Interpreto un fattore che fa il doppio gioco, vuole essere simpatico ma è ipocrita»

- D’Ascenzo

Rifugge la mondanità come una moderna peste. Rifugge le mode. Rifugge il circo che monta il proprio tendone attorno allo spettacolo. Perciò sarà dura che il delegato generale del festival, Thierry Frémaux, che quest’anno ha vietato i selfie sulla montée de marches, lo becchi intento a immortalar­si sulla passerella del prossimo festival del cinema, in programma a Cannes dall’8 al 19 maggio. Eppure Natalino Balasso, 57 anni, nato a Porto Tolle (Rovigo), attore di cinema, teatro, television­e (e facebook) su quel tappeto rosso avrebbe tutto il diritto di salire. Perché l’ultimo film in cui ha lavorato è uno dei due film che rappresent­ano l’Italia in concorso a Cannes. Uno è

Dogman di Matteo Garrone. Il suo è Lazzaro felice, pellicola di Alice Rohrwacher dove Balasso si è calato nella parte di un fattore un po’ truffaldin­o che, se può, imbroglia i contadini ma anche i padroni. Il film è la storia di un’amicizia tra due ragazzi, un contadino, Lazzaro, e il figlio dei padroni, Tancredi, vista attraverso 50 anni.

Balasso come è arrivato questo film?

«La regista e il suo gruppo di lavoro avevano fatto il mio nome tra le varie ipotesi per questo ruolo. Il film è girato una parta a Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, in estate e in una città in inverno. Io ho girato la parte estiva in campagna. Avevo visto una sua regia lirica di Alice - La

Traviata - e avevo visto come lavora. Mi piace molto come lavora con gli attori, anche i non profession­isti».

Che personaggi­o è il suo fattore?

«È uno che fa il doppio gioco. Deve fingere di stare dalla parte dei contadini e in realtà fare il gioco del padrone. E’ tra l’incudine e il martello: fa il simpatico, ma è un carattere piuttosto ipocrita. A prima vista sembra affabile, ma deve dimostrare l’autorità del padrone. Ha un po’ di maschere».

I protagonis­ti sono due adolescent­i.

«Sì, sono dei ragazzi che crescono assieme anche se appartengo­no a classi diverse. Sono mondi differenti che però si intersecan­o. La cosa bella è che nel mondo degli adole-

scenti non c’è mai uno scontro, mentre il fattore inganna Lazzaro perché in qualche modo deve mantenere la sua parte di “padrone”. E’ un mondo di adolescent­i che sono, soprattutt­o nel caso di Lazzaro, già adulti perché costretti a lavorare fin da piccoli. La semplicità di Lazzaro conquista tutti, anche il fattore, che però ne è anche spaventato».

Pensa di andare a Cannes per il film?

«In genere non sono un uomo di mondo, dipende se si faranno delle grigliate».

Delle grigliate a Cannes...

«Sarebbe l’unico motivo per andarci».

Non subisce il fascino di un festival del cinema così blasonato?

«Non subisco il fascino di niente, figurarsi di Cannes. Non è roba che mi attrae. Dipende da che compagnia ci sarà».

E in giuria alla Mostra del Cinema di Venezia ci andrebbe?

«Non ho le carte per giudicare dei film, chi va senza averne le carte mente sapendo di mentire».

La storia di Lazzaro arriva in un’Italia in difficoltà. Come pensa verrà accolta?

«La cosa che mi piace di Alice è che racconta storie universali, che reggono a distanza di anni. Non credo abbia voluto rappresent­are una situazione italiana. Racconta una storia con sentimenti universali, i rapporti difficili tra generazion­i diverse. Ha lavorato sulle relazioni, non sull’Italia».

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 ??  ?? In sala Una scena di «Lazzaro felice» di Alice Rohrwacher, in concorso a Cannes. Sotto, l’attore Natalino Balasso
In sala Una scena di «Lazzaro felice» di Alice Rohrwacher, in concorso a Cannes. Sotto, l’attore Natalino Balasso
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