Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Lega-Forza Italia, strappo veneto
Carroccio pigliatutto, gli azzurri insorgono. Da Re avverte: «Rischiate il suicidio politico» Da San Donà a Bussolengo, a Vicenza: alleanza spaccata. Brunetta: ora salterà anche a Treviso
Effetto domino: il patto Lega-Forza Italia traballa. Dopo San Donà di Piave, oggi potrebbe arrivare la conferma anche per Vicenza. Il Carroccio convergerà su Rucco (civico sostenuto anche da FdI) e FI per reazione correrà da sola. E Brunetta minaccia: «Se salta anche Vicenza, salta l’intero accordo. A quel punto correremo da soli pure a Treviso con Andrea De Checchi, siamo pronti». Divisi fra falchi e colombe, gli azzurri si vedranno oggi con i quasi ex alleati per fare il punto della situazione. Strappo anche ad Adria, Bussolengo e Sona. Zambon
Da Re (Lega) Nessun colpo di mano, il tempo stringe e FI non ha saputo difendere il suo stesso uomo Donazzan (FI) Andare uniti a Vicenza e Treviso è l’unica via per vincere. Correre da soli sarebbe molto rischioso
Le tessere del domino stanno cadendo una dopo l’altra a una velocità vertiginosa. Dopo San Donà e dopo Vicenza (ammesso che si consumi oggi ufficialmente lo strappo), il traballante patto Lega-Forza Italia potrebbe saltare perfino a Treviso. Con una Lega che fa la voce grossa, forte di un risultato senza precedenti alle ultime politiche, e Forza Italia che minaccia ritorsioni.
La spartizione originaria candidato leghista a Treviso e azzurro a Vicenza - torna in discussione. Colpa della Lega che converge su Francesco Rucco (sostenuto da FdI) dopo aver appoggiato Fabio Mantovani con FI, dicono gli azzurri. Scelta obbligata viste le tensioni interne a FI che non ha saputo sostenere il suo stesso candidato, replica il Carroccio. E FI scopre di avere due anime: chi vede nell’alleanza con la Lega la via maestra per contare e chi, come Renato Brunetta, punta i piedi e dopo i «tradimenti» di San Donà e Vicenza reagisce proponendo candidature indipendenti, almeno al primo turno. «Il problema è in casa Lega - accusa Brunetta - e non vorrei ci fosse una regia nazionale. Mi limito a elencare i fatti: a San Donà di Piave dopo otto mesi di dibattiti si era trovata la quadra su Gianni Corradini, poi di punto in bianco Gianluca Forcolin, non si sa a quale titolo, azzera tutto e ripropone Francesca Pilla come candidato di centrodestra. Noi stiamo facendo una grande coalizione con sei liste e qualche sorpresa». «Abbandonata», FI a San Donà corre da sola (e pare che la stessa Francesca Zaccariotto sia tentata di farlo in prima persona), idem a Vicenza, piazza cruciale. Brunetta spiega che si stava lavorando concretamente al nome di Matteo Tosetto. Una sorta di compensazione vista la bocciatura del coordinatore azzurro berico «sacrificato» il 4 marzo per far posto all’ultimo minuto a Fabio Franceschi. Toni Da Re, segretario nathional del Carroccio, da parte sua, dice che oggi proporrà a FI di convergere su Rucco: «Perché - spiega - il tempo ormai è scaduto. FI aveva un candidato colpito da fuoco amico. Se ora vogliono metterne uno di bandiera, Matteo Tosetto, per carità. Il mandato che ho ricevuto da Matteo Salvini è di portare a casa il risultato su Treviso e Vicenza, e se serve un attaccante si sceglie Ronaldo... Diciamo che almeno su Villafranca, forse avremo un candidato unitario». Eppure nel Veronese, Lega e FI corrono separate sia a Bussolengo che a Sona.
E, così andrà, salvo una ricomposizione all’ultimo, a Vicenza dove potrebbe correre Tosetto. «L’accordo con la Lega era complessivo. Ovviamente se salterà Vicenza, salterà anche Treviso e per noi correrà Andrea De Checchi. L’ho già sentito, al primo turno andremo soli». Un quadro a tinte fosche, a meno di un mese dal deposito delle liste, che potrebbe far gongolare centrosinistra e M5S. Si moltiplicherebbero, ad esempio, le chances di Giovanni Manildo per una riconferma a Treviso proprio quando il Carroccio pareva deciso a non lasciar nulla al caso per riprendersi la città. Dall’intervento inedito di Luca Zaia per la ricucitura con lo sceriffo Gentilini al tour cittadino con il candidato Mario Conte ad esempio premiando i negozi storici della città.
Che la tendenza sia il tutti contro tutti in casa centrodestra pare evidente anche ad Adria. Il centro polesano chiamato al voto dopo la caduta di Massimo «Bobo» Barbujani avrà tre candidati di centrodestra: Emanuela Beltrame (Lega), Federico Simoni (FI) e Giorgia Furlanetto (FdI). Magra consolazione che rischino un po’ di più anche M5S e PD a causa di due coalizioni civiche capeggiate da Lamberto Cavallari e Omar Barbierato ben radicate sul territorio. Gli appelli all’unità come quello dell’assessore regionale alla Cultura, il polesano Cristiano Corazzari (Lega)- «Coesi ad Adria per essere più credibili agli occhi dei cittadini» - non mancano ma paiono destinati, ormai, a cadere nel vuoto.
Resta una domanda sottesa: per FI correre sola comporterà il rischio di veder calare ancora il proprio consenso spianando la strada all’Anschluss, l’annessione degli azzurri al Carroccio, o è l’ultimo tentativo di rifondare il partito in Veneto? Per Elena Donazzan, spirito critico di FI: «Andare uniti a Vicenza e Treviso è l’unico modo per vincere, altro che ripicche. Di questo passo rischiamo davvero l’Anschluss, meglio un patto federativo per un partito unico così i distinguo restano all’interno di una discussione di partito. Qui invece siamo al braccio di ferro con un serio rischio dissoluzione».