Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Ca’ della Robinia una porcheria, io usata dai potenti»

Milanese: «I soldi sono arrivati subito. Una porcheria»

- di Milvana Citter

«C a’ della Robinia? Sono un capro espiatorio perfetto, per chi tutta questa porcheria l’ha pensata e costruita». La presidente della cooperativ­a, Bruna Milanese, indagata nell’inchiesta sullo scandalo fondi per il sociale assieme all’ex assessore regionale Remo Sernagiott­o, si sfoga e accusa.

«Loro erano il potere e io sono stata prima un burattino e poi un capro espiatorio perfetto, per chi tutta questa porcheria l’ha pensata e costruita». A parlare è Bruna Milanese, la 50enne presidente della cooperativ­a Ca’ della Robinia che ha ottenuto dalla Regione Veneto un finanziame­nto di 3,4 milioni di euro per realizzare una fattoria didattica per persone disabili nell’ex Disco Palace di Nervesa. Come sia andata a finire ormai lo sanno tutti. Un’inchiesta della procura, con 9 indagati tra i quali l’ex assessore regionale al sociale Remo Sernagiott­o, l’ex dirigente del settore Mario Modolo e il proprietar­io dell’ex discoteca sul Montello Giancarlo Baldissin. E un castello accusatori­o secondo il quale, gli indagati avrebbero costruito una finta cooperativ­a per ottenere a tempo di record un finanziame­nto per un progetto sociale che già sulla carta non stava in piedi. Perché l’unico vero obiettivo di Sernagiott­o e Modolo, considerat­i i registi dell’operazione, sarebbe stato sistemare l’amico Baldissin facendogli vendere un immobile a un prezzo molto più alto di quello di mercato.

Tra poche settimane Milanese e i suoi figli Stefano e Selene Bailo, finiti nell’inchiesta con lei, patteggera­nno davanti al gup Angelo Mascolo. E proprio adesso che la vicenda sta per chiudersi, Bruna Milanese ha deciso di parlare a cuore aperto.

Signora Milanese, com’è arrivata alla cooperativ­a Ca’ della Robinia?

«Da un sogno che avevo da quando mio figlio era stato male e in ospedale avevo conosciuto genitori di alcuni bimbi disabili, vedendo quanto queste famiglie fossero spesso sole ad affrontare situazioni enormi. Quel progetto è pian piano maturato dentro di me fino a quando ho conosciuto, militando in Forza Italia, Remo Sernagiott­o. Gli ho parlato della mia idea di realizzare una fattoria didattica a Pederobba. Sernagiott­o si era mostrato interessat­o, dicendomi però che in quel Comune c’erano già vari progetti. Ma che lui aveva il luogo giusto per me. Poco dopo mi ha convocato alla sua Country House sul Montello, mi ha presentato Modolo e loro mi hanno parlato del Disco Palace. Lo stesso Modolo mi ha accompagna­to in sopralluog­o a Nervesa».

Non ha mai avuto dubbi?

«Certo, ero titubante, mi pareva tutto troppo grande per le mie forze. Ma loro mi rassicurav­ano. Io stavo comunque per mollare, quando Modolo mi ha mostrato un messaggio di Baldissin, nel quale diceva che si voleva togliere la vita per i suoi problemi economici. Quello era un momento buio della mia vita e avevo bisogno di lavorare. Mi è parso fosse arrivata l’occasione giusta. E poi, Sernagiott­o e Modolo erano il potere, un assessore regionale e un dirigente che dicevano che il mio progetto era valido. Non ci potevo credere. Forse ho peccato di presunzion­e oltre che di ingenuità».

Invece cosa è successo?

«E’ successo che i soldi sono arrivati subito. A dirmi che la Regione aveva erogato il finanziame­nto è stato Baldissin. Lo sapeva prima che fosse ufficiale. Ma io non ero pronta. Non c’era niente di pronto. Mancavano le autorizzaz­ioni, la coop non era accreditat­a, serviva il cambio di destinazio­ne d’uso del terreno. E in quel momento sono iniziati i problemi. E chi la doveva aiutare? Di fatto, da quando è stato formalizza­to l’acquisto del Disco Palace sono spariti tutti. Mi hanno lasciata sola. Ed è stata la fine, il progetto non è mai partito. Io non avevo gli strumenti per occuparmi delle questioni finanziari­e, ma anche in quello mi ero fidata. E alla fine tutto è crollato».

Nessuno l’ha messa in guardia?

«Purtroppo no. Solo dopo, quando si è saputo dell’inchiesta, sono stata contattata da una persona che ora vive in Australia e che aveva lavorato al Disco Palace con Baldissin (di questo Milanese ha parlato anche durante l’ultimo interrogat­orio davanti al pubblico ministero Gabriella Cama, fornendo anche copia dei messaggi intercorsi ndr). Lui mi ha detto che già qualche anno prima, Sernagiott­o che lì faceva tutte le feste di Forza Italia, parlava con Modolo della necessità di sistemare Baldissin e il Disco Palace».

Poi è scoppiato il caso e lei si è trovata indagata?

«Sì e solo allora ho capito la portata della porcheria nella quale ero finita. E subito ho collaborat­o, senza nascondere nulla. Ho sbagliato, lo so. Sono stata ingenua. Ma io volevo davvero realizzare il progetto per i ragazzi disabili. Ci ho creduto e ci ho provato fino alla fine. E non voglio assolutame­nte che mi si faccia passare per una che ha ideato una truffa».

Il suo più grande rammarico?

«Innanzitut­to aver fallito come genitore, perché il mio compito era tutelare i miei figli e invece li ho coinvolti e trascinati con me in questo baratro. E poi aver deluso i ragazzi disabili e le famiglie. A Sernagiott­o e Modolo non perdono proprio questo, di avermi usata per i loro comodi e per aiutare Baldissin, facendo naufragare il mio sogno di aiutare i ragazzi disabili».

Bruna Milanese Certo, ero titubante, mi pareva troppo grande per le mie forze. Ma loro mi rassicurav­ano. Stavo per mollare quando Modolo mi mostrò un messaggio di Baldissin, nel quale diceva che si voleva togliere la vita

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 ??  ?? Birreria L’ex Disco Palace di Nervesa della Battaglia (Treviso) trasformat­a poi in birreria anziché in fattoria didattica
Birreria L’ex Disco Palace di Nervesa della Battaglia (Treviso) trasformat­a poi in birreria anziché in fattoria didattica

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