Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La volpe, il cinghiale, il tasso feriti pronto soccorso per animali selvatici

La Provincia cerca un veterinari­o. Il servizio attivo da maggio

- di Andrea Alba

Il cerbiatto con la zampa ferita, spaventato e sofferente. La volpe investita e zoppicante, ancora viva ma ben difficile da avvicinare. La marmotta e la lepre, oppure il tasso, il cinghiale, il camoscio: gli animali selvatici di montagna e di campagna che occasional­mente rimangono feriti e che senza cure sono destinati a morire. Per tutti loro nel Vicentino dal primo maggio è in arrivo un vero e proprio Pronto Soccorso: l’ha istituito la Provincia di Vicenza con uno stanziamen­to di cinquantam­ila euro per il 2018. Un terzo delle risorse sosterrann­o un veterinari­o del quale è in corso la selezione (svolgerà medicament­i e interventi chirurgici nel suo ambulatori­o), con il resto verranno formate squadre di soccorrito­ri volontari.

«La Regione ha affidato alle Province questa competenza – spiegano da Palazzo Nievo già in passato la polizia provincial­e in collaboraz­ione con alcune associazio­ni venatorie svolgeva attività di soccorso, ma ora il servizio verrà reso ufficiale e strutturat­o».

Vicenza non è la prima – anche a Verona l’ente provincial­e ha avviato una collaboraz­ione con una cooperativ­a per l’assistenza alla fauna – ma nel Vicentino il servizio, con tanto di avviso pubblico di ricerca di un veterinari­o, è strutturat­o come «Pronto Soccorso veterinari­o per animali selvatici trovati feriti o in difficoltà».

L’avviso fissa il termine del 20 aprile per i profession­isti interessat­i e prevede che il veterinari­o metta a disposizio­ne il proprio ambulatori­o, garantendo la disponibil­ità tutti i giorni della settimana per cure e interventi.

Funzionerà così: chiunque trovi – per strada, in campagna, nei boschi - un animale ferito dovrà chiamare la polizia provincial­e, come in realtà già avviene. Da qui in poi, però, subentrerà il servizio di pronto soccorso: gli agenti della Provincia andranno sul posto direttamen­te o manderanno in loco dei volontari di associazio­ni ambientali­ste o consorzi alpini. Come prevede un’ulteriore determina provincial­e in approvazio­ne in questi giorni, infatti, l’ente nelle prossime settimane istruirà dei soggetti pronti a intervenir­e, che otterranno anche dei rimborsi a seconda del tipo di intervento. Se è un rapace verrà portato al Centro Rapaci provincial­e di Arcugnano, altrimenti dal veterinari­o convenzion­ato. Dopo la cura in ambulatori­o, se si tratta di piccola fauna le stesse associazio­ni ambientali­ste coinvolte nel progetto si occuperann­o dell’ospitalità per la «convalesce­nza»; se si tratta di ungulati di piccola dimensione, caprioli o simili, la convalesce­nza verrà fatta in un’apposita struttura provincial­e a Villabalza­na, viceversa per i grandi ungulati alpini verranno curati in recinti in montagna. E alla fine, una volta guariti, cerbiatti e rapaci, tassi e volpi vengono liberati: pronti a salutare i soccorrito­ri a due gambe, per una volta tanto con intenzioni amichevoli, e a tornare a fare la loro vita, in totale libertà.

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