Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La volpe, il cinghiale, il tasso feriti pronto soccorso per animali selvatici
La Provincia cerca un veterinario. Il servizio attivo da maggio
Il cerbiatto con la zampa ferita, spaventato e sofferente. La volpe investita e zoppicante, ancora viva ma ben difficile da avvicinare. La marmotta e la lepre, oppure il tasso, il cinghiale, il camoscio: gli animali selvatici di montagna e di campagna che occasionalmente rimangono feriti e che senza cure sono destinati a morire. Per tutti loro nel Vicentino dal primo maggio è in arrivo un vero e proprio Pronto Soccorso: l’ha istituito la Provincia di Vicenza con uno stanziamento di cinquantamila euro per il 2018. Un terzo delle risorse sosterranno un veterinario del quale è in corso la selezione (svolgerà medicamenti e interventi chirurgici nel suo ambulatorio), con il resto verranno formate squadre di soccorritori volontari.
«La Regione ha affidato alle Province questa competenza – spiegano da Palazzo Nievo già in passato la polizia provinciale in collaborazione con alcune associazioni venatorie svolgeva attività di soccorso, ma ora il servizio verrà reso ufficiale e strutturato».
Vicenza non è la prima – anche a Verona l’ente provinciale ha avviato una collaborazione con una cooperativa per l’assistenza alla fauna – ma nel Vicentino il servizio, con tanto di avviso pubblico di ricerca di un veterinario, è strutturato come «Pronto Soccorso veterinario per animali selvatici trovati feriti o in difficoltà».
L’avviso fissa il termine del 20 aprile per i professionisti interessati e prevede che il veterinario metta a disposizione il proprio ambulatorio, garantendo la disponibilità tutti i giorni della settimana per cure e interventi.
Funzionerà così: chiunque trovi – per strada, in campagna, nei boschi - un animale ferito dovrà chiamare la polizia provinciale, come in realtà già avviene. Da qui in poi, però, subentrerà il servizio di pronto soccorso: gli agenti della Provincia andranno sul posto direttamente o manderanno in loco dei volontari di associazioni ambientaliste o consorzi alpini. Come prevede un’ulteriore determina provinciale in approvazione in questi giorni, infatti, l’ente nelle prossime settimane istruirà dei soggetti pronti a intervenire, che otterranno anche dei rimborsi a seconda del tipo di intervento. Se è un rapace verrà portato al Centro Rapaci provinciale di Arcugnano, altrimenti dal veterinario convenzionato. Dopo la cura in ambulatorio, se si tratta di piccola fauna le stesse associazioni ambientaliste coinvolte nel progetto si occuperanno dell’ospitalità per la «convalescenza»; se si tratta di ungulati di piccola dimensione, caprioli o simili, la convalescenza verrà fatta in un’apposita struttura provinciale a Villabalzana, viceversa per i grandi ungulati alpini verranno curati in recinti in montagna. E alla fine, una volta guariti, cerbiatti e rapaci, tassi e volpi vengono liberati: pronti a salutare i soccorritori a due gambe, per una volta tanto con intenzioni amichevoli, e a tornare a fare la loro vita, in totale libertà.