Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Gentiloni e i vini del terremoto «Un segnale»
Gentiloni ieri ha visitato gli stand delle regioni colpite dal terremoto.
«Mai mi sarei sognato nella vita di venire a Vinitaly da ministro dell’agricoltura». Il giorno dopo il bagno di folla di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, tocca al presidente del consiglio Paolo Gentiloni passare in rassegna la fiera del vino a Verona. Le deleghe alle politiche agricole le ha ereditate poche settimane fa da Maurizio Martina, che ha lasciato il governo per il suo nuovo ruolo di segretario-reggente del Partito democratico. E Gentiloni, premier dimissionario ma in carica per l’ordinaria amministrazione nell’attesa che i vincitori del 4 marzo trovino l’accordo per un nuovo esecutivo, deve calarsi in un nuovo ruolo che gli è tutt’altro che familiare anche se, confessa, per il vino ha una particolare passione.
Gentiloni sceglie, nel suo giro per i padiglioni di dare un po’ di visibilità alle aziende delle regioni colpite dal terremoto: inizia dalla provincia di Rieti, Lazio, prosegue con le cantine di Montefalco e Spoleto in Umbria, prosegue fermandosi a quelle dei Colli Maceratesi, delle Marche, per concludere tra quelle aquilane, in territorio d’Abruzzo. E non manca la visita al più famoso dei produttori abruzzesi, il giornalista di professione ma «vignaiolo per passione» Bruno Vespa. «Ho voluto dare un segnale di vicinanza e solidarietà», dirà poi.
Per il resto Gentiloni tiene a sottolineare quanto fatto dal suo governo e dal precedente, e chiede a chi verrà dopo di «non disperdere il lavoro fatto». Ci sono ancora alcuni dei 28 decreti attuativi del Testo unico del Vino da approvare. C’è soprattutto una tendenza all’export da sostenere, specialmente nei mercati asiatici, con l’appoggio della macchina diplomatica italiana. «Per noi è stata una priorità», chiarisce Gentiloni per cui, comunque, quella del vino italiano nell’ultima generazione «è una storia di successo».
«Il settore del vino sta crescendo sia sul fronte della produzione, che della qualità che del valore, anche se su quest’ultimo non ancora abbastanza - aggiunge il viceministro all’Agricoltura Andrea Olivero - Noi in questi anni abbiamo lavorato per la semplificazione burocratica, con il Testo unico del Vino, e per far crescere il nostro export». Capatina in fiera, ieri, anche per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, venuto per «curiosità» e «per incontrare alcuni amici». Ha detto di augurarsi presto «un governo autorevole», perché «come dimostra il Vinitaly ci sono molte cose positive ed importanti che hanno bisogno di un quadro di riferimento certo».