Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Papa ai volontari: «Piena dedizione a ultimi e poveri»
ABANO TERME (PADOVA)
Oggi i riflettori saranno puntati sulla relazione del cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana. Ieri, intanto, il quarantesimo convegno delle Caritas diocesane ha richiamato oltre 600 persone tra direttori e operatori all’hotel «Alexander palace» di Abano Terme, dove il dibattito continua fino a giovedì. La location non è casuale: Caritas Italiana infatti voleva festeggiare il quarto decennale del convegno nella Diocesi di Padova per ricordare le figure di monsignor Giovanni Nervo e di monsignor Giuseppe Pasini, due sacerdoti padovani scomparsi tra il 2013 e il 2015, che di Caritas furono fondatore (il primo) e direttore dal 1986 al 1996 (il secondo).
Alla memoria di Nervo e Pasini è rivolto anche il messaggio di Papa Francesco, spedito ad Abano dal segretario di Stato Pietro Parolin: «Con il loro pensiero e la loro preziosa testimonianza di vita hanno arricchito la Chiesa italiana che continua a produrre frutti di autentica carità e misericordia», scrive Bergoglio, che poi ha preso spunto dallo slogan del convegno («Giovane è... una comunità che condivide») per invocare «una dedizione sempre più piena alla causa degli ultimi e dei poveri, giungendo fino alle periferie umane ed esistenziali dell’odierna società per essere autentici apostoli della carità».
Dal Vaticano al Quirinale, anche Sergio Mattarella ha preso carta e penna per salutare i partecipanti: «La nostra comunità nazionale scrive il capo dello Stato - ha apprezzato negli anni il lavoro tenace delle Caritas diocesane, la fedeltà quotidiana alle persone, l’impegno sincero a includere, a emancipare dal bisogno, a rispettare la libertà e la dignità di ciascuno». L’intervento di Mattarella si conclude con l’invito a costruire «un umanesimo condiviso», possibile solo «superando sterili spinte all’individualismo che rischiano di alimentare egoismi, paura e sfiducia». L’ultimo messaggio è quello del governatore Luca Zaia, che ha definito gli sportelli della Caritas «le prime antenne nel territorio».
Nel corso del convegno sono emerse le testimonianze di giovani che hanno parlato del contatto con la povertà, il carcere, la droga e la disoccupazione. Quindi la parola è passata al cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana, che ha chiesto di lasciarsi interpellare dai loro racconti «per opporre alla società dello “scarto” un nuovo modello che non metta da parte gli esclusi». «I poveri da noi oltre al servizio si aspettano l’amicizia - ha detto Montenegro -. Dobbiamo imparare a stare accanto a loro e costruire comunità frizzanti, aperte e non chiuse come ripostigli».