Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Frankenstein? Il mito è vivo»
Oggi Pievani a Padova per i 200 anni dal romanzo. «Personaggio attuale»
La Creatura di Frankenstein è viva e rilascia un’intervista in esclusiva. Oggi alle 17, l’aula magna di Palazzo Bo a Padova ospiterà la lezione-spettacolo «Intervista impossibile al mostro di Frankenstein» che sarà aperta da un’introduzione dello scrittore Lorenzo Pavolini, per poi lasciare il palcoscenico all’attore Tommaso Ragno e al filosofo della scienza ed epistemologo Telmo Pievani (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.unipd.it).
Professor Pievani, sarà una conferenza o uno spettacolo?
«È uno spettacolo teatrale che nasce da un progetto di Rai Radio 3 e rientra nei festeggiamenti dei duecento anni dalla pubblicazione del romanzo
Frankenstein di Mary Shelley. L’obiettivo è fare divulgazione scientifica. Lo spettatore impara qualcosa sulla storia della scienza e su quella attuale, giocando con il mito di Frankenstein».
Come si fa ad intervistare un «mostro»?
«La mia è un’intervista impossibile. Do appuntamento alla Creatura di Frankenstein alle isole Svalbard, visto che nel libro scompare nei ghiacci. Nella fiction potrebbe quindi essere ancora vivo: la Creatura arriva e si lascia intervistare. Così comincio a farle un po’ di domande sulla scienza che ha portato alla sua creazione. Pazientemente mi risponde dell’elettromagnetismo e di tutto quello che portò Mary Shelley al romanzo».
All’epoca era una cosa plausibile?
«Sì non era un’assurdità. In molti all’epoca ritenevano che con una scarica elettrica si potesse riportare in vita un cadavere. Aldini, un allievo di Galvani, aveva fatto degli esperimenti a Londra su corpi di alcuni giustiziati per impiccagione, e aveva visto che il loro cuore ricominciava a battere per un po’. Questo fece grande scalpore e impressionò Mary Shelley. Si diceva poi che il nonno di Charles Darwin, Erasmus Darwin, avesse rianimato dei lombrichi con delle scosse elettriche. Oggi sono cose che fanno ridere».
Come continua l’intervista?
«Cerco di ingraziarmi la Creatura, chiedendole quanto le dispiacesse che nei secoli successivi fosse stata trattata come una specie di fantoccio romantico, protagonista nei film assieme a Dracula e all’Uomo Lupo. A quel punto è la Creatura a chiedermi che cosa sia successo alla scienza in questi duecento anni».
E lei che cosa le risponde?
«Inizio a raccontarle come il mito di Frankenstein abbia attraversato la storia della scienza, in modo del tutto diverso. Di come oggi non si pensi più sia l’elettricità il segreto della vita ma il codice genetico, il Dna. Racconto della clonazione e delle chimere, di tutte quelle ricerche che fanno assomigliare un po’ il mestiere dello scienziato di oggi a quello che portò alla sua nascita 200 anni fa».