Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Paroli: «Unità svanita E al ballottaggio valuteremo cosa fare»
Forza Italia sola al voto: «Infortunio grave con la Lega»
«Parlare di tavolo nazionale VICENZA è un modo di dire, ci sono contatti fra i rappresentanti dei vari partiti per analizzare le partite più intricate, ma la situazione a Vicenza mi pare ormai cristallizzata». Dalle parole del commissario regionale di Forza Italia, Adriano Paroli (a cui ieri Simone Furlan, forzista padovano, ha chiesto un passo indietro), emerge un concetto chiaro: in vista delle amministrative del 10 giugno i nomi dei candidati, salvo sorprese, rimarranno quelli attuali. E dunque la coalizione di centrodestra che si era presentata alle elezioni politiche del 4 marzo affronterà le urne divisa in casa, con Forza Italia a sostegno del commissario provinciale Matteo Tosetto e gli altri partiti (Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia-Udc) in appoggio a Francesco Rucco, sostenuto anche da sei liste civiche.
Commissario Paroli, partirei dal passato, ovvero dall’excandidato Mantovani. Cosa ne pensa delle sue dimissioni?
«Sono stato colpito, in positivo, dal modo in cui ha lasciato. Altri al suo posto avrebbero avuto rancore, acredine, lui no. L’ha fatto con classe, dando una lezione a tanti politicanti che pensano che seminando trappole e tranelli dentro le trattative si faccia buona politica. Si è dimostrata ancora una volta una persona seria».
Lei sosteneva Mantovani perché era un candidato civico, però adesso voi correte a sostegno di una figura del tutto opposta, ovvero un esponente del vostro partito.
«La nostra disponibilità a una candidatura civica non è nata da una sottovalutazione o dal disprezzo per la politica. L’idea di una figura civica è una modalità con cui ci sembra giusto che la politica si rapporti, specie alle elezioni amministrative, dove chi vive la città da cittadino ha la possibilità di vedere temi e problemi con altri occhi. Questo senza denigrare chi fa politica. Però, per me, o si è carne o si è pesce». In che senso?
«Nel senso che non mi piace chi è una cosa e fa finta di esserne un’altra». Si riferisce a Rucco?
«Il riferimento non è casuale. Che lui sia di destra, destra, destra (lo ripete tre volte, Ndr)
lo sanno tutti e non c’è neanche nulla di male, basta ammetterlo, ma senza Forza Italia non è centrodestra. Ho conosciuto Rucco e mi pare una persona in gamba, ma per come è stata costruita la sua candidatura e per come oggi ha ottenuto un appoggio da parte dei partiti della nostra coalizione, non è un percorso che valuto in modo positivo».
In sostegno a Rucco c’è Fratelli d’Italia, il cui coordinatore regionale Sergio Berlato ha criticato la scelta di Fi di correre da sola a Vicenza.
«Non riesco a capire perché quando era Berlato ad andare avanti con un candidato diverso da quello del centrodestra andava bene, mentre se lo fa qualcun altro allora lo si addita di spaccare la coalizione. Ammettendo che Rucco sia di centrodestra, chi ha la responsabilità di aver spaccato la coalizione è chi ha fatto questa corsa in avanti a tavolo aperto. La candidatura di Rucco è partita di nascosto, senza nemmeno co- municarlo. In questo modo ci si è candidati contro il centrodestra. È questa la difficoltà che troviamo a pensare di aderire a un progetto che era contro di noi. E mi dispiace che a vedere questa difficoltà non siano anche altri». Parla della Lega? È questo che ha portato alla rottura?
«Il mio rapporto con Da Re (Gianantonio, segretario regionale del Carroccio, Ndr) lo definisco di amicizia. Come in tutti i rapporti capita che ci siano infortuni e quello di Vicenza lo considero un infortunio grave». C’è chi sostiene, sondaggi
Il commissario regionale Senza di noi il centrodestra non c’è Si sa che Rucco è di destra, destra, destra
alla mano, che correndo da sola Forza Italia rischia di rimanere esclusa da un eventuale ballottaggio.
«Forza Italia non ha la bramosia di vincere a ogni costo e credo che i valori non si misurino in percentuali. In questo momento riteniamo che il nostro partito abbia tutta l’utilità a fare la propria corsa. Si corre per vincere, è chiaro, ma chi ha scelto di penalizzarci non gridi al fatto che siamo noi a spaccare il centrodestra». E se poi questa previsione si avverasse?
«Valuteremo cosa fare. È chiaro però che le provocazioni di Berlato non aiutano. Lui sa bene di aver giocato su due tavoli per portare a casa un risultato che io non condivido né nel metodo né i contenuti. Le sue dichiarazioni non aiutano ad immaginare una ricomposizione e temo che complichino anche una ricomposizione al secondo turno».