Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Omicidio Pretto, scena del crimine in 3D Scienza e tecnologia per arrivare al killer
Sopralluogo dei Ris, ieri, in contra’ Gazzo
Uno scanner ad alta ZOVENCEDO risoluzione per ricostruire e rielaborare la scena del crimine in 3d, rilievi così accurati, eseguiti con strumentazioni moderne e sofisticate, da riuscire anche a tracciare una sorta di «identikit» del killer. A partire dalla sua statura e quindi dall’altezza in cui imbracciava l’arma con cui ha sparato, la distanza, la potenza di fuoco e addirittura, almeno questo è l’obiettivo, il tipo di fucile caricato a pallettoni che ha usato, addirittura la marca. Cercando anche ulteriori indizi sulle indagini balistiche, sulle tracce lasciate dalla fucilata sulla porta dell’abitazione (il bossolo è rimasto nel fucile).
Restringendo così il cerchio su chi, la notte tra il 12 e il 13 maggio scorso, quasi un anno fa, ha freddato sull’uscio di casa sua Mauro Pretto, boscaiolo di 47 anni. Colpendolo in pieno petto, trafiggendogli il cuore, uccidendolo sul colpo.
Perché l’omicidio di Zovencendo non debba rimanere ancora per molto un caso irrisolto.
È durato ore, ieri, il sopralluogo dei carabinieri dei Ris di Parma, con i colleghi del nucleo investigativo di Vicenza, nel casolare della vittima arroccato sulle colline di Zovencedo, in contra’ Gazzo. Una decina di militari che non hanno smesso di effettuare rilievi di altissima precisione da prima delle 11 fino alle 15, posizionando lo scanner ad alta risoluzione sul punto dal quale, secondo le indagini balistiche, il killer avrebbe sparato. Ridisegnando, cristallizzando così la scena del crimine, per renderla quanto mai reale, in 3d.
Quanto rilevato ieri, per lo più all’esterno del casolare, verrà poi trasferito su file e studiato, rielaborato dagli stessi esperti del Reparto investigazioni scientifiche arrivati da Parma. Anche in base agli indizi già raccolti da circa un anno dai colleghi del tenente colonnello Giuseppe Bertoli. Che hanno sentito oltre 150 persone tra cacciatori, amici e conoscenti del boscaiolo, che hanno battuto in lungo e in largo tutta la zona a tratti impervia, impercorribile in auto, quella sorvolata e mappata anche dall’elicottero, quella che il killer doveva conoscere bene, a partire dalle vie di fuga per le quali è sgattaiolato via a piedi, nel buio.
Se vi siano dei sospettati – degli indagati è escluso – non è dato sapere: gli investigatori mantengono il massimo riserbo.
Certo è che il 12 maggio sarà un anno da quella sera di pioggia e sangue. Un anno ancora senza risposte ufficiali, quelle che in molti chiedono, a partire dalla compagna e dal fratello della vittima. Con ipotesi sul movente che sarebbero rimaste tali. Forse a freddare Pretto è stato un cacciatore o bracconiere con cui il 47enne, animalista convinto, aveva litigato; forse una persona con cui aveva discusso al bar come era già accaduto. Le risposte potrebbero arrivare ora anche grazie al lavoro degli specialisti del Ris.