Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ditta a San Marino, vendite dal Vicentino Tre indagati e sequestri per 310mila euro
La ditta aveva sede a San Marino ma SCHIO vendeva i climatizzatori e gli impianti fotovoltaici con il marchio di un’importante ditta di San Vito di Leguzzano, attraverso la rete di agenti legati alla stessa Spa vicentina come pure l’assistenza, peccato che non pagasse le imposte sulle operazioni concluse in Italia. Tanto che ora è scattato il sequestro del valore di quanto evaso. Almeno questa è l’accusa, dietro cui ci sarebbero tre persone, iscritte sul registro degli indagati dal pubblico ministero Serena Chimichi, una delle quali è anche a capo della consolidata Spa scledense che tra gli altri commercializza il marchio Artel. Un imprenditore che, per l’accusa, sarebbe stato l’amministratore di fatto della società estera. Perché quello di diritto, che gli investigatori considerano una «testa di legno», altro non è che un venditore ambulante nei mercati settimanali dell’Alto Vicentino. Risponde al nome di Massimo Zancanella e dimostrando si tutt’altro che collaborativo ha reso ancora più complesso il lavoro dei detective della guardia di finanza di Schio. L’ambulante infatti non ha fornito alcuna documentazione contabile della società estera ai militari che lo avevano sottoposto a controllo fiscale. Società che non avrebbe presentato le dichiarazioni dei redditi per aggirare l’ostacolo tasse. Ma contattando oltre un centinaio di clienti di tutta Italia che avevano comprato impianti fotovoltaici e climatizzatori attraverso le televendite, gli investigatori del colonnello Crescenzo Sciaraffa e del capitano Stefano Lanzeni sono riusciti comunque a ricostruire il business, calcolato in oltre 1,1 milioni di euro, e pure l’evasione fiscale annessa: 311mila euro. Che è anche il valore del sequestro preventivo autorizzato dal giudice a carico della ditta sanmarinese e dei tre indagati. Sono stati sempre i finanzieri della tenenza di Schio a far scattare i sigilli, nei giorni scorsi, a vari conti correnti e a due immobili, un complesso di pregio a Schio che è riconducibile a Gianluigi Filippi, per l’accusa amministratore di fatto della Spa sanmarinese ora in liquidazione, alla guida del gruppo «Amg spa», e una villa con piscina a Riccione del terzo indagato, Oscar Fabbri, amministratore di diritto della società estera. Tutti beni che potrebbero essere confiscati.